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domenica 7 luglio 2013

Caso Snowden: il Nobel del Quieto Vivere

L'Unione Europea (Nobel per la Pace 2012) dovrebbe essere grata a Edward Snowden, il tecnico informatico ex dipendente CIA nonché consulente per la NSA (National Security Agency), ricercato dalla giustizia USA. La gratitudine non si limiterebbe al disvelamento di atti di spionaggio informatico e di sorveglianza di massa su informazioni, comunicazioni e dati sensibili, compiuti dagli Stati Uniti di Barack Obama (Nobel per la Pace 2009) ai danni dell'Unione Europea. Fuori dai calcoli geopolitici, all'operato di Snowden entrambi i nobel per la Pace dovrebbero rendere merito, poiché fare chiarezza, portare alla luce comportamenti segreti e scorretti, tanto più ai danni di soggetti "alleati", è senza dubbio un passo importante verso relazioni trasparenti e pacifiche. Edward Snowden andrebbe ritratto come un falco benefattore, che ghermisce e trae in superficie le macchinazioni nell'ombra della grande talpa NSA. Invece, anche l'Unione Europea accetta di ritrarre come un criminale, come una talpa infiltrata, come colui che tradisce una fiducia mal riposta, Snowden e non il Governo USA.

giovedì 27 giugno 2013

F35: il senso di Italo Italia per la crisi

"Per amare la pace, armare la pace": questo è il pensiero del ministro della Difesa Mario Mauro, in merito all'acquisto dei cacciabombardieri F35. Alla sua amata, Mauro potrebbe almeno usare la cortesia di non violentarla, abusandone il significato, allorché la costringe a far marchette per poter acquistare strumenti bellici, che della pace sono l'esatto opposto concettuale. Se proprio si vuol provare ad amare la pace, bisogna cominciare col disinnescare ogni uso improprio della parola. Personalmente, armarsi e usare la forza non lo reputo immorale, se occorre a difendersi. Armarsi, fare la guerra in casa d'altri, quello sì mi suona immorale, prima che incostituzionale. Almeno cerchiamo di riformulare un linguaggio cui ci siamo passivamente assuefatti. Impariamo a discutere se abbia senso andare a far guerra all'estero per mantenere sotto controllo scenari e canali commerciali a noi convenienti. E smettiamola con l'ipocrisia di "esportare la democrazia", andando in "missione di pace". Lasciamola in pace, la pace, quando si parla di guerra.

giovedì 20 giugno 2013

I Grillini e i Cinquestelle

Fin da subito ho trovato antipatico l'utilizzo eccessivo del termine "grillino", adoperato dai media per indicare militanti ed elettori del Movimento Cinque Stelle. A volte veniva e viene fatto senza alcuna malizia, altre volte ho la sensazione che si cerchi di sminuire il valore di una scelta di voto e di impegno politico, riducendola alle dipendenze di un singolo individuo. Il termine "grillino" ho cercato di usarlo pochissimo, avendo in mente Beppe Grillo, sperando di averne abusato il meno possibile.

martedì 18 giugno 2013

Libertà del Populismo, Roma, 18 giugno 2013

_Oggi a Brescia manifestazione a sostegno del leader del
_A Brescia?
_Chiedo scusa. Oggi a Roma manifestazione a sostegno del leader del partito azienda da lui fond
_Partito azienda?
_Mi scuso nuovamente, è che non so perché ma continuo a pensare a Brescia. Rifo. Oggi a Roma manifestazione in difesa del principio dell'uno vale un
_Uno vale uno?
_mmm... Oggi a Roma manifestazione a sostegno di Grande Uno e della sua battag

giovedì 13 giugno 2013

Spero che voi leggete tanti libri

"Leggete può essere un imperativo, ma anche un congiuntivo esortativo."
[Nicola Morra, ma anche carta-forbice-sasso]

Sono dell'idea che un bravo giornalista debba saper evitare i falsi bersagli, offerti dall'intervistato. Dovrebbe scansarli, da bravo siluro, per non perdere di vista le questioni fondamentali e puntare diritto sull'obiettivo primario della professione: offrire al pubblico il migliore prodotto d'informazione possibile. Non deve lasciarsi distrarre dalle facili esche che gli vengono sventolate davanti durante un'intervista. Invece spesso vediamo locuste con un microfono in mano, che corrono a far capannelli a destra e a manca, fameliche e ghiotte proprio di quei brandelli che fanno tanto gola a un'informazione ridotta a rotocalco scandalistico da topless sotto il sole. Soprattutto le prime firme, quando si presenta l'occasione di porre davvero domande scomode, se ne guardano bene, poiché scomodità e sconvenienza vanno spesso a braccetto. Il quieto vivere consiglia di raccattare bisticci da pianerottolo. Così il giornalista si perde oziosamente dietro pignolerie secondarie e futili, alla polemica contrappone la permalosità, e si realizza un video di puro battibecco, coraggioso autocompiacimento e personalismo piccato, ma pure in grado di lasciare lo spettatore allegramente appagato e disinformato al punto in cui stava prima di vederlo.

mercoledì 5 giugno 2013

Spunti di comunicazione a Cinque Stelle

Supponiamo che un individuo ritenga la televisione un calderone caotico, confusionario e pure infido, che, anche osando gettarci dentro il proprio messaggio, rischierebbe di vederlo restituito travisato e distorto.
Supponiamo che quello stesso individuo, essendo per qualche ragione un soggetto appetibile da intervistare, sia anche consapevole dell'importanza del mezzo televisivo per comunicare il proprio pensiero a un'ampia fascia di cittadini.
Quell'individuo potrebbe decidere di comportarsi nel modo seguente.