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sabato 26 gennaio 2013

Il resto mancia

Le vie di Milano sono ormai tappezzate di manifesti elettorali di partito; massicciamente presenti, come è ovvio che sia nella città strategica del Nord, sono quelli della Lega. Tutti gli obiettivi politici del Carroccio sono declinati intorno al motivo conduttore della campagna: trattenere il 75% delle tasse al Nord.
Treni finalmente in orario? Tratteniamo il 75% di tasse e si può!
Ticket meno cari per analisi e medicine? Tratteniamo il 75% di tasse e si può!
Pensioni adeguate e garantite? Tratteniamo il 75% di tasse e si può!
Asili nido più accoglienti per tutti? Tratteniamo il 75% di eccetera.

Non mi interessa tanto entrare nel merito della modifica fiscale agognata dalla Lega. Prima di pormi l’interrogativo se sia indice di una mentalità virtuosa e responsabilizzante, piuttosto che egoistica e profittatrice, mi interessa stare sul metodo; ovvero sulla “promessa elettorale”, come argomento di trattativa. Vorrei sapere se la colonna portante della campagna elettorale della Lega sia un argomento serio oppure ridicolo, da prendere in debita considerazione o da presa in giro.


La promessa strappata a Berlusconi che, in caso di vittoria, la coalizione si impegnerà a lasciare il 75% delle tasse alle regioni del Nord, è uno dei punti fondamentali sui quali si è rinnovata l’alleanza tra Lega Nord e PDL. Lo stesso Berlusconi, nei giorni successivi l’accordo, ha precisato ai quattro venti che mantenere la parola data non sarà impegno difficile. Secondo Berlusconi già ora, facendo due conti e sommando imposte trattenute alla fonte dalle Regioni e soldi di ritorno dal Governo centrale (da Roma), al Nord rimane in tasca più del 70% delle tasse pagate. Addirittura, stando al leader del PDL, saremmo nell’ordine del 73%.

Alla luce di questa precisazione di Berlusconi, delle due l’una.
O Berlusconi sta dicendo una balla tra le tante e Maroni lascia correre, in attesa di chiarire la faccenda, ma soltanto dopo aver raccattato i voti. (Perché a sparare una percentuale ci vuole poco, come dire che al 75% il Barcellona vincerà la Champions. Ci vuole poco ma fa figo e professionale, soprattutto è facile. È maledettamente più complicato analizzare le cifre, fare di computo, sommare, stornare, sottrarre, calcolare quali voci concorrono e come a mettere insieme i 75 punti di percentuale.)
O Berlusconi sta dicendo la verità, il che per la Lega è anche peggio. Meglio lasciar dire senza obiettare, vuoi mai che a qualche elettore salti la mosca al naso. (Perché tutta l’innovativa campagna leghista centrata sul rivoluzionario piano ambizioso di trattenere il 75% delle tasse al Nord, risulterebbe, formalmente, una balla.)

Se già ora – lo dice l’alleato Berlusconi – al Nord rientra il 73% delle tasse versate, la battaglia del Carroccio, più che una rivendicazione alla Braveheart, ricorda una crociata di mendicanti per chiedere a Roma l’elemosina del 2-3%.

Bisognerebbe capire, tra Berlusconi (nella sostanza) e Maroni (nella forma), chi dei due sta mentendo; guardandosi bene dal dirlo chiaro e netto uno in faccia all’altro. Poiché, rispetto a una promessa di 75% di tasse al nord, due-tre punti di percentuale non bastano nemmeno per lasciare la mancia al cameriere. Ma per chiedere voti, fanno la loro porca figura.

Magari che a Maroni servisse un comodo pretesto per fare tappare il naso ai propri elettori, mentre si ingoiano l'ennesima alleanza con Berlusconi e codazzo di Scilipoti al seguito? Può essere, sai.

K.

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