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domenica 28 ottobre 2012

Sei la mia puttana, per questo ti amo

Per amore dell’Italia si possono fare pazzie, ma anche cose sagge. Diciannove anni fa sono sceso in campo, una follia non priva di saggezza. Ora, preferisco fare un passo indietro per le stesse ragioni d’amore, che mi spinsero a muovermi allora. Non ripresenterò la mia candidatura a premier.

Berlusconi Silvio, non più tardi di mercoledì ultimo scorso, 24 ottobre, iniziava così il suo discorso di rinuncia a una possibile leadership governativa in caso di vittoria elettorale.
L’intervento di Berlusconi Silvio dura otto minuti scarsi; prima di visionarlo occorre comunque munirsi di fazzoletto e catino: che siano lacrime o conati a prevalere, saranno comunque emozioni viscerali.

Del resto non è che Berlusconi Silvio esprima un concetto uno che sia nuovo. È il solito ventennale repertorio: far passare i propri interessi privati (e pure illeciti) come interessi della collettività; additare negli altri le bassezze comportamentali che gli sono proprie; spacciarsi per il nuovo alternativo quando per vent’anni è stato l’artefice di ciò che adesso condanna; ergersi a paladino della modernità e del rinnovamento laddove ha gestito gli intrallazzi di potere secondo il più arcaico malcostume; dare contro alle ideologie degli altri, dimenticando che anche il capitalismo libertino e insofferente a ogni critica sociale (e fiscale) costituisce ideologia.

Come detto, nulla di nuovo nemmeno nell’abbrutimento personale: sgradevole deriva di noia plastificata.
Forse, se un passaggio merita ascolto, è al minuto quattro, allorché Berlusconi Silvio si dice “personalmente fiero e cosciente” (proprio "cosciente"… magari no) per aver saputo riformare la mentalità del Paese, “rendendo viva, rendendo palpitante, rendendo emozionante la partecipazione alla vita pubblica dei cittadini.” Qua, fazzoletti o catino, da andarci comunque giù pesante.

Comunque, il motivo conduttore di ogni azione di Berlusconi Silvio, fin dalla sua discesa in campo, è stato l’amore per Italia. Tutto ciò che ha fatto, nascita compresa, l’ha fatto per il bene e per amore dell’Italia. Lo stesso amore che mercoledì 24 ottobre l’ha mosso, con atto di commovente generosità, a farsi da parte. Di fatto vi è stato costretto dai sondaggi che lo qualificano ormai presenza tossica e non più spendibile sul mercato elettorale. Dove non poté la coscienza civile, ha potuto il marketing (forse).

Ma ecco che, meno di tre giorni dopo, Berlusconi Silvio fa dietrofront, ritratta tutto, si vede “costretto a rimanere in campo”. Per un’altra, ennesima volta, lo fa per il bene del Paese. Mosso da generoso spirito di sacrificio; serve dirlo?!
Cosa sarà accaduto di così grave a Italia, da costringere il suo spasimante a smentire se stesso per correre in aiuto dell’amata? Ho controllato: nulla di rilevante da segnalare a carico di Italia.
Invece, nelle ultime quarantotto ore pare che qualcosa sia accaduto a Berlusconi Silvio. L’imputato Berlusconi Silvio è stato condannato a quattro anni di reclusione e a tre anni di interdizione dai pubblici uffici.
Eccola l’ennesima prova d’amore per l’amata Italia.

Berlusconi Silvio fa un po’ di confusione tra il sentimento dell’amore e il sesso a pagamento. Quest’ultimo, indubbiamente, permette di soddisfare al meglio l’amor proprio. E Berlusconi Silvio di amore da dare - a se stesso e alle proprie vicende private – ne ha infinito. Prova anche tanto amore per Italia, quando si lascia abbindolare docilmente e puntualmente dalle sue dichiarazioni amorose, quando risulta funzionale a soddisfare le sue voglie personali.

D’altronde, che Berlusconi Silvio dica di amare Italia perché si lascia fottere senza alcuna resistenza, assecondando ogni volta le sue perversioni giudiziarie, a me è chiaro da tempo.
Soltanto un dubbio continua a ronzarmi in testa, ogni volta che Berlusconi Silvio dichiara il suo amore per Italia.
Questa tale, questa Italia, dove esercita abitualmente? Batte su un viale o riceve in appartamento?

Perché è questa l’Italia che Berlusconi Silvio ama.

K.

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