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giovedì 14 febbraio 2013

Nuestra Sinistra de Baciapile

Il termine “Sinistra” non può prescindere dal valore di “rappresentanza delle istanze delle parti più povere e vulnerabili della società”. “Essere di Sinistra” equivale a prendere le distanze e osteggiare qualsiasi compromesso con quei poteri secolari il cui scopo è perpetuare il dominio delle classi dominanti stabilmente insediate.

Per “stare a Sinistra” non è sufficiente avere più o meno chiaro quale classe sociale si vuole rappresentare e tutelare. Per fare ciò basterebbe documentarsi leggendo qualche saggio sulle lotte di classe, magari qualche biografia; basterebbe anche tesserarsi a un partito cosiddetto di Sinistra, ritrovarsi tra consimili o facsimili, e ritenersi soddisfatti e appagati delle belle parole che ci si mette in bocca, tra un pasticcino e un the, disquisendo affabilmente di faccende e temi di politica sociale. Ma autocollocarsi a Sinistra non fa di un individuo “uno di Sinistra”.

Essere di Sinistra significa avere ben chiaro nella carne e nella propria biografia “coscienza di classe” e “senso di appartenenza”, naturali conseguenze della semplice e non aggirabile “appartenenza a un determinato ceto sociale”, per nascita prima ancora che per scelta. Di Sinistra si nasce, non ci si proclama.
Chi appartiene alla Sinistra, è ostile per natura ai pilastri di potere sui quali si regge da sempre la conservazione dei rapporti di forza, grazie ai quali chi sta sopra schiaccia inesorabilmente chi sta sotto, tenendolo aggiogato a reggere sul groppone il baldacchino dei Poteri Forti.

Essere di Sinistra significa non riconoscere alcun valore, neppure nelle briciole, a Fascismo e Chiesa. Al Fascismo in quanto dittatura demagogica, che sfrutta la gente asservendola come massa inerte da non riscattare ed elevare, ma semplicemente da tenere ignorante serbatoio elettorale. Alla Chiesa, in quanto strumento nei secoli atto a “tenere buoni” nell’ignoranza e nell’attesa del riscatto nell’aldilà, i “poveri di spirito”. Poco importa qua, se poveri di comprendonio, di istruzione o di beni materiali: comunque “poveri, da far stare al loro posto, cullandoli nell’ignoranza, nella liturgia del latinorum e nella stupidità del riscatto imperiale e del valor di patria" (valore che puntualmente sono sempre i soliti a mettersi in tasca, come moneta sonante). Ogni dittatura reazionaria tende prepotentemente a usare ogni strumento in proprio possesso per cristallizzare la conservazione dei rapporti di forza del quadro sociale: i privilegi ai privilegiati, la povertà ai poveri.

Da sempre la Chiesa, come reale apparato di potere calato nella Storia, è ostacolo al riscatto dell’individuo più debole, martello che lo inchioda alla croce della sofferenza e della privazione, spacciate per virtù invidiabili. Sempre la Chiesa contrappone strati di ignoranza, fede e sospensione del pensiero e della consapevolezza sociale, o per proprio diretto tornaconto o per conto dei Poteri economici cui è alleata, in reciprocità di baciamano.

Essere di Sinistra significa, per poter poi decidere come rapportarsi alle altre parti, avere ben chiaro a che parte si appartiene, nei fatti e nelle parole conseguenti, non soltanto a frasi astratte.
In Italia la Sinistra non esisterà mai finché i suoi sedicenti rappresentanti continueranno ad abbassare lo sguardo riverenti, con occhi lucidi e commossi, al cospetto di ogni sottana vaticana. In Italia la Sinistra (in forma di partito con rilevanza di governo) non esisterà mai finché i suoi rappresentanti di vertice, dal capo al vicecapo, si professano credenti (quindi complici di quel grumo di potere, che si approfitta da sempre, tenendola in massimo spregio, di quella stessa parte sociale di cui si dicono “rappresentanti”). In questi giorni tutti affermano che le vicende delle elezioni politiche nella laica Repubblica Italiana sono poca cosa (chiacchiericcio insignificante) al cospetto delle vicende millenarie che si svolgono in un bubbone teocratico incastonato nel nostro Paese. Il Vaticano è stato estero e tanto più estranee sono le sacre vicende che là avvengono. Per me invece, i fatti della Curia vaticana sono noiose minchiate, molto al di sotto delle pur misere faccende politiche italiane. Così dovrebbe essere per qualunque uomo politico di Sinistra, progressista ed emancipato da mentalità retrograde, siano esse con segni della croce o con bracci tesi al saluto, comunque romani, sacri e ugualmente patetici.

Enrico Letta va ad Omnibus, trasmissione de La7, esclamando in estasi che egli è credente nello Spirito Santo, sperticandosi in interpretazioni esistenzialistico-sociali del gesto di quello che egli chiama “Santo Padre” (magari il “compagno” Enrico non è così certo della virtù coniugale di sua madre, allorché lo concepì). Ognuno può vivere la propria spiritualità come meglio crede. Ma chi va in pubblico, dichiarandosi adepto di una istituzione che da sempre tiene a bada le coscienze della gente, soggiogando le menti dei più disarmati di senso critico e di spirito; chi esprime profonda devozione proprio per quel potere che chiunque è di Sinistra reputa veleno sociale; chi fa l’occhiolino ai cattolici per tenerseli buoni al momento del voto; chi simpatizza per il fatalismo assolvente dello Spirito Santo, secondo il quale le cose sono come sono per volontà divina e non per mediocrità d'azione umana… Ebbene, costoro o non hanno ben chiaro di quale parte sociale devono fare gli interessi, oppure hanno fin troppo chiaro quale parte sociale stanno ingannando per il proprio personale tornaconto. In ogni caso andrebbero spediti a calci in culo a ingrossare le fila di baciapile e preti mancati.

Non si serve la Chiesa e la Sinistra allo stesso tempo. Essere di Sinistra significa non avere nulla da spartire con strutture di potere calate dall'alto, siano esse di Spirito Santo o di teste coronate. O ci si genuflette davanti alla Madonna di Guadalupe o si sta dritti in piedi guardando negli occhi chi da sempre ha il terrore del libero arbitrio delle coscienze. Ognuno si schiera con la propria parte, dopo diventa anche più facile il confronto e lo scontro, che nulla hanno a che fare con intrallazzi e commistioni di idee e valori. È proprio l’ipocrisia a coltivare i germi dell’intolleranza. Avere posizioni nette, chiare, di appartenenza a una parte, e da lì confrontarsi con le altre parti sociali senza puttaneggiare consenso in ogni direzione, è invece il miglior antidoto alla nostalgia delle dittature, la migliore via al rispetto delle posizioni differenti dalla propria. Ma bisogna prima avere chiaro quale sia la propria posizione. Preti (chiedere a Letta e Bindi), cardinali (chiedere a Vendola), papi (chiedere a Bersani), banchieri (chiedere a Fassino), venditori di yacht (chiedere a D’Alema) hanno diritto di esistere. Ma chi è di Sinistra ha il dovere di non aver paura di farseli nemici, e prima ancora considerarli degli estranei ai propri programmi. Altrimenti c’è soltanto connivenza.

In Italia la Sinistra, come forza di governo, non esiste. Esiste soltanto tanta gente alla quale fa chic dirsi di Sinistra, tesserarsi al PD e votare il PD, perché dirsi democristiani appare troppo stantio e demodé e dirsi democratici fa sentire più moderni e d’incanto ci si illude di dare aria al cervello. Ma di fatto il Partito Democratico altro non è che la Democrazia Cristiana camuffata. È farcito all'inverosimile di democristiani, dove Renzi, "il nuovo che arretra", è un cattolico che reputa congruo andare a conversare con la Milanobene di via Montenapoleone.
Come DC2.0 il Partito Democratico gode di ottima salute, e prospererà anche. Ma come partito di Sinistra è ormai in stato anemico irreversibile: un po’ di fondotinta alle gote per ingannare la gente sulla vecchiaia dei propri pensieri e un po’ di rossetto alle labbra, per somministrare seducenti pompini al Vaticano.
Altro, di rosso, non c'è.

K.

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