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venerdì 8 marzo 2013

La Gaia società del Qualunquismo

I concetti di Sinistra e Destra dovrebbero avere un chiaro significato di semantica sociale. Sono i termini (semplificando al limite della banalizzazione per necessità di sintesi) che stanno a indicare la rappresentanza politica di precise parti sociali. La Sinistra deve tutelare gli interessi della fasce povere e meno abbienti, alla Destra spetta il legittimo mandato della salvaguardia di ricchi e benestanti; strati alti e strati bassi della società, privilegiati e svantaggiati.

Disuguaglianza e ingiustizia sociali costituiscono un continuum di presenza attraverso la Storia. Occorre un continuo sforzo per ridurre le disparità ai minimi termini, per ricomporre gli squilibri esacerbanti, ma parti e classi sociali penso esisteranno sempre, una loro elisione non potrà mai avvenire. Quando si è cercato di eliminarle forzatamente, si è arrivati all’estremismo della dittatura di una parte che ha messo l’altra parte fuorilegge, la conflittualità è stata sedata, repressa e nascosta sotto lo zerbino della persecuzione.

Ma peggiore dell’esistenza di un conflitto, c’è soltanto la sua negazione. Sentire affermare che Sinistra e Destra non esistono, che sono concetti ormai superati, denota la presenza di una mente o molto stupida o molto criminale. E ai vertici del Movimento Cinque Stelle dubito ci sia spazio per la stupidità. Una mentalità siffatta può solo essere insofferente a qualsiasi sforzo d’ascolto, confronto e intervento costruttivo, trovando più conveniente fare di ogni erba un fascio. Chi afferma che Destra e Sinistra non esistono, afferma di voler sfruttare la gente come massa indistinta, privata di una coscienza propria, che se dirla “di classe” fa storcere il naso, si può simpaticamente dirla “biografica” oppure “esistenziale”.

L’approccio qualunquista di Beppe Grillo è finalizzato a banalizzare le questioni per evitare di affrontarne la complessità. Non esiste un solo valore astratto (dalla tutela ambientale all’equità giuridica, dalla legislazione del lavoro ai piani energetici) che, una volta calato nella realtà sociale, possa sottrarsi dal dover fare i conti con gli strati sociali della popolazione, con l’interpretazione di Destra o di Sinistra. Non esistono valori uguali per tutti, a meno che qualche profeta invasato non sogni di separare le acque del raziocinio e del senso della realtà, per condurre la propria banda di adepti nella terra promessa psichedelica, un balzo nell’iperspazio per approdare al fantastico mondo di Gaia.


Purtroppo, in Italia da molti anni i connotati caratterizzanti un distinto e civile confronto tra Destra e Sinistra sono compromessi. Piegate a strumenti di ricerca di massimo consenso elettorale, Sinistra e Destra sono state ridotte a slogan da volantinare come pastura nelle grasse praterie del Centro. Sinistra e Destra sono in mano a individui con mentalità centriste e ipocrite. Mortificate e diluite negli ideali, nei fatti e nelle proposte, la continua prostituzione d’adescamento di voti al Centro ha finito col rendere Sinistra e Destra irriconoscibili, quasi intercambiabili. Sono ridotte a oggetti coriacei e contundenti, vuoti gusci da brandire come avvilente retorica aggressiva. Sono ormai svuotati del succo e della polpa necessari a proporre qualcosa di veramente alternativo o costruttivo; però mantengono sufficiente vis polemica per dare contro al comunista o al fascista.

Ora Grillo viene per dare il colpo di grazia, non alla partitocrazia, ma al confronto politico. Vuole rendere indistinti ancor di più Sinistra, Centro e Destra, per ramazzare su adesioni con Rete a strascico, per fare mattanza di cervelli, già frollati a puntino negli ultimi vent'anni.

Preoccupandomi di far le pulci alla mia parte, riscontro soprattutto nella cosiddetta Sinistra italiana questo abbruttimento, questo atteggiamento sterile e inconcludente, che campa da quasi settant’anni sugli slogan dell’antifascismo, che vive di opposizione anziché di costruzione, che invece di osare qualcosa di innovativo, preferisce trastullarsi nel vizio di confondere lo welfare con statalismo e assistenzialismo. È quella stessa Sinistra (oggi rappresentata dal PD in primis) che non si pone alcun dubbio d’autocritica del suo impelagarsi con i poteri economici e il malaffare finanziario. E questo significa tradire i valori della Sinistra, molto più che assistere a una parata in strada con saluto al Duce. La Sinistra italiana non ha rimorsi di coscienza, poiché da molto tempo non ha più una coscienza di classe e talvolta nemmeno una coscienza individuale.

Sinistra e Destra nostrane vedono protagonisti mestieranti e faccendieri, che tengono in piedi un equilibrismo di colpi a salve “contro l’altra parte”, fatto di parole roboanti di sterile indignazione, proferite da tamburi vuoti; manca ogni concretezza di proposte, manca ogni visione d’insieme di una possibile, credibile società, che non sia una SpA. C'è totale assenza di programmazione e lungimiranza, si bivacca alla giornata. Così poi in molti arrivano a credere che l'unica visione attendibile sia teletrasportarsi nella fantascienza di Casaleggio.

La punizione, mai abbastanza severa, per i colpevoli di questa collusione cronica, è stato il meritato successo del Movimento Cinque Stelle, che ha catalizzato fermenti di protesta e indignazione (termini che non hanno alcuna connotazione negativa).

Resta però il fatto che le parti sociali esistono nel tessuto sociale. Sono protagoniste silenziose, che guardano con smarrimento uno scenario politico nel quale non vedono nessuno a rappresentarle degnamente nelle proprie urgenze sociali. Questa mancanza di corrispondenza tra rappresentanza politica e realtà sociale, ha generato un vuoto di sana e forte rappresentanza politica. In questa lassità del tessuto muscolare, si è insinuata l’ernia della demagogia. E ha trovato terreno fertile per attecchire e fare raccolto. Chi aveva il dovere di tutelare e rappresentare con dignità le parti sociali, ha la colpa gravissima del vizio politico in cui l’Italia è stata abbandonata per decenni. Nel ventre molle di un’Italia in crisi economica e priva di sane identità politiche di riferimento, il qualunquismo demagogico di Grillo e Casaleggio ha trovato facile via d'ascolto.

L’assenza di rappresentanze oneste e forti, l’esasperazione sociale, permettono al M5S di dirsi rappresentante del tutto, permette ai suoi parlamentari di dirsi rappresentanti non della parte di gente che li ha votati, ma della Gente, punto. Ciò porta a non riconoscere dignità di rappresentanza politica (che invece non è mai mancata) agli altri parlamentari. Porta ad affermare con disprezzo che non si dà fiducia a nessun governo d’altri partiti, perché agli altri partiti non si riconosce dignità di rappresentanza.
Il M5S vuole far finta di ignorare che dietro ai soliti partiti ci sono i liberi voti di milioni di individui che li hanno votati. Ciò porta all’idea che esista un unico garante della Gente, e questo è il partito unico del Movimento Cinque Stelle. Chi li ha votati è Gente, quelli che hanno votato gli altri sono un noioso impedimento, sfigati da liberare dal giogo della partitocrazia. L’ha dichiarato un parlamentare M5S subito dopo l’elezione: “Abbiamo riportato la democrazia in Parlamento”. Errore: non è mai mancata la democrazia. Soltanto, è da sempre esercitata male. Ora, forse, comincia pure a essere a rischio, visto che si opta per la via sbrigativa della ferocia espressiva e del sistematico rifiuto.

Casaleggio e Grillo, che certo non sono stupidi, non sono in Parlamento per imporre col buon esempio costruttivo che le rappresentanze politiche vanno risanate dalle radici, i partiti depurati dalle scorie. No. Casaleggio, Grillo e chi simpatizza per loro, rifiutano il concetto di partito come organo di rappresentanza sociale. Curiosamente però, per contrastare i partiti, hanno di fatto messo in piedi un partito, che, nel momento in cui si rifiuta di rapportarsi (cosa diversa dal colludere) con gli altri, di fatto si autoproclama unico mandatario della volontà popolare.

Nelle intenzioni dei capi, il M5S vuole esautorare il dibattito, vuole inibire il dissenso. Grillo dichiara apertamente i suoi piani: puntiamo al 100% della rappresentanza, perché già ora si reputa leader degli unici che contano, degli unici che debbano aver voce. Gli altri vanno più che zittiti, vanno ignorati, bannati. Il Movimento Cinque Stelle non è in Parlamento per rinnovarlo. È in Parlamento per usarlo a proprio piacere, altrimenti punta a paralizzarlo per destabilizzarlo. Non è che voglia avere a che fare soltanto con partiti sani. Non vuole proprio avere a che fare con i partiti.

Nel momento in cui nega dignità politica ai partiti, il M5S nega di considerazione milioni di elettori che quei partiti hanno votato. Il M5S decide unilateralmente che quei milioni di italiani (ops, cittadini!) non bisogna cercare di portarli dalla propria parte, cercare di convincerli, magari impegnandosi sul terreno parlamentare a mostrare nei fatti la bontà delle realizzazioni politiche del Movimento. Ben sapendo che i presupposti su cui si regge sono falsi (Sinistra, Destra, strati sociali non esistono) e il mandato emotivo (rifiuto della cattiva politica) incapace di costruire qualcosa di strutturato che stia insieme nel tempo, i cervelli del M5S seguono la via della soluzione drastica e sbrigativa: negano legittimità d’interlocutori ai partiti che rappresentano quei milioni di elettori.

Anziché educare col buon esempio, si opta per la dottrina dell'aggressione. Viene seguita fedelmente la via dettata da Beppe Grillo: a poche centinaia di parlamentari si grida “Arrendetevi! Siete circondati!”. Infatti sarebbe impossibile per Grillo e i suoi seguaci andare a circondare milioni di italiani. Allora si prova a circuirli, spacciando per purezza di coerenza un puntare i piedi che è progetto destabilizzante di istituzioni parlamentari.

Ed è terribile che di fronte a questo attacco allo spirito delle istituzioni repubblicane, nessuna delle parti politiche della società sia in grado di contrapporre qualcosa di decente - che non sia l’irrisione, la supponenza o la sottovalutazione del rischio - a chi ricatta e minaccia.

"Ho incanalato tutta la rabbia in questo movimento. Dovrebbero ringraziarci: se noi falliamo l’Italia sarà guidata dalla violenza nelle strade." [Beppe Grillo, intervista al Times]

Se noi falliamo. Traduco: o come vogliamo noi o le cavallette; scegliete di che piaga soccombere.

Se i partiti tradizionali non rappresentano nelle vere istanze le rispettive parti sociali, non viene meno la loro legittima rappresentanza politica. E, per quella stessa Gente che per anni li ha votati distrattamente e con relativo menefreghismo politico, la soluzione per spazzarli via può essere il Movimento Cinque Stelle. Ma la soluzione per una rinascita politica è dare all’Italia quantomeno un vero partito di Destra e un vero partito di Sinistra.

Il partito del Qualunquismo rappresenta un divertente show a ingresso libero per un ulteriore disimpegno, per evitare emicranie da sforzo risanatore, per dare mandato a qualcuno affinché faccia casino istituzionale. Dietro gli eletti del M5S c'è soltanto l’upgrade a un innovativo malware sociale, un modo più sofisticato, subdolo e pericoloso di “dare contro” e "pigliare voti dove capita". Chi esprime una critica diventa un troll colluso coi partiti, ed è da ignorare come è da ignorare qualche decina di milioni di individui, in carne e ossa ma fantasmi se non possiedono un avatar nel mondo web a Cinque Stelle.


Al Movimento Cinque Stelle va il merito di aver fatto emergere in un dato percentuale e misurabile, scontento e protesta civili. Ha anche però dato rilevanza politica a una ideologia superficiale, insofferente ed eversiva, il cui raccolto è stato fatto da Casaleggio e Grillo, ma la cui semina è stata fatta, per anni, da politici indegni del ruolo. Politici e partiti che hanno permesso un tale degrado mentale della Politica (fino a renderla contrapposta all’Etica), meritano i peggiori danni da quanto sta accadendo. E forse, in fondo, il Movimento Cinque Stelle può essere la punizione che ci meritiamo di subire. Ma non è la soluzione del problema. È soltanto ulteriore problema.

L’importante è sapere che le cose non vanno meglio ora che nel Parlamento, alla farcitura dei farabutti in prima persona, si è aggiunta la farcitura degli imbranati per conto terzi, il tutto cosparso con zucchero a velo di imbecillità.

Ecco, oltre al qualunquismo esiste almeno un altro elemento che non è né di Destra né di Sinistra, ovunque depositandosi uniformemente: lo zucchero a velo.

K.

3 commenti:

  1. Caro Kisciotte, è interessante come Grillo abbia utilizzato uno slogan simile a quello che i liberali del PD (che non sia forza di sinistra, ormai ciò è palese) erano soliti usare: se non vinciamo noi, se non riusciamo a fare da argine, chissà cosa succede nelle strade... ma è proprio ciò che dovrebbe succedere: che i lavoratori si stancano di votare i partiti dei padroni e iniziano a mostrare i muscoli!
    A Grillo fa comodo poi evitare la questione destra-sinistra come qualsiasi forza politica della storia moderna che si è rivolta alle masse piccoloborghesi (in via di proletarizzazione) e a tutti quelli ideologizzati sì, ma in senso ampio, e non già dotati di una precisa ideologia politica.

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    1. Già, Grillo ha avuto ottimi maestri, sia in Berlusconi per aggressività che in Bersani per inconcludenza. E la pericolosità di qualunque onda di piena non è mai nell'ondata in sé, ma in argini fatti di mattoni impastati d'aria fritta. Tra il noi o loro di Bersani, di fronte al rischio del solito nulla, tanto meglio provare loro. Forse nulla, ma almeno nuovo. Si è scritto l'epitaffio da solo: "Qua, o vincono loro o perdiamo noi!"
      L'ideologia in senso ampio diventa appunto una ideologia qualunque.
      Ciao :)

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