Può preoccupare fino a un certo punto che nel 2012, a fronte
della sofferenza di esseri umani, rimasti morti o feriti a causa di un
terremoto, si focalizzi il proprio avvilimento sulla perdita di un po’ di ostie
e vino. Possono avere sicuramente un valore simbolico per un credente, ma anche
il corpo e il sangue di Cristo si sentirebbero in imbarazzo di fronte a certe
espressioni di cordoglio del papa, riservate a oggetti di culto, mentre i
“cultori” soffrono nel corpo e nell’animo tutt’altro che simbolicamente.
Sembra quasi un volersi mantenere su un piano di rapporto
dissociato dalla realtà dei fenomeni naturali, un voler negare la
drammaticità umana dell’evento terrestre (e in questo c’è dell’offensivo verso
il dolore tangibile di tante persone) per ricondurre tutto nell’alveo
dell’incidente di percorso divino, ridotto al seppellimento di qualche tabernacolo
sotto il crollo di strutture architettoniche di culto.
Insomma, la scienza teologica soccorre con i propri mezzi,
intervenendo in aiuto come può: preghiamo per il corpo di Cristo sepolto
sotto le macerie. Un po’ pochetto… magari un bel tacere…
Comunque preoccupa di più che, zelante al richiamo del
pontefice, il Tg Uno di domenica sera abbia realizzato prontamente un servizio
per fare il punto sullo stato delle chiese danneggiate in Emilia e che sia
stata proposta puntualmente l'omelia del prete di turno che invita i fedeli a
pregare Dio perché protegga la popolazione dal flagello del terremoto.
Ma questo Dio così potente e glorioso, perché non ha salvato
le chiese dalla furia degli elementi, in quanto luoghi consacrati, e con esse i
suoi fedeli? Meglio di lui riesce a fare perfino la corporazione degli
Highlanders che nel loro codice cavalleresco non incrociano le spade in terra
consacrata, preservandola. Sì vabbeh, quella è fiction, è vero. Scusate il miscuglio tra
fantasy e scienza teologica.
Restando sul pezzo, se il terremoto non è un fenomeno naturale, ma uno
scherzone dell'Altissimo, come le cavallette o la grandine di fuoco, delle due
l'una.
O Dio sa quel che fa, e allora è giusto, poiché giustizia
divina, che il terremoto rada al suolo chiese, tabernacoli, vettovaglie
spirituali e annessi peccatori, facendoli crepare dopo molto patire. E il
signor Ratzinger, lamentandosi della volontà del Supremo, dimostra poca fede
nei lungimiranti progetti del suo Dio.
Oppure Dio non è in grado di contrastare efficacemente il
flagello sovrannaturale del terremoto (che certamente ad aver causato la morte di tanti poveretti, lasciandone molti senza casa, non è stato un fenomeno dovuto
a sommovimenti tellurici delle placche tettoniche ).
A questo punto viene voglia di fare chiarezza.
Per dogma di buon senso, escludiamo, tra le possibili cause
(fanta)scientifiche di un terremoto, i mostri Aniba di Jeeg, quelli delle
armate di Vega del Goldrake, il Grande Mazinga e la Sacra Scuola di Okuto. Ora,
quale altra forza sovrannaturale sarebbe in grado di generare un simile
flagello? La risposta è tanto triste quanto ineludibile: Belzebù.
Sì, è vero: si sarebbe tentati di mandare un avviso di
garanzia al dio Vulcano, ma sarebbe scorretto rifugiarsi nel campo della
mitologia per spiegare un fatto di chiara pertinenza della scienza teologica.
Facciamocene una ragione: siamo in balia del Diavolo, contro
il quale Dio esce sconfitto tanti tabernacoli a zero.
Forse, come ultimo tentativo, si potrebbe chiedere aiuto all’attacco
solare del Daitarn, là dove il tuono spaziale di Goldrake ha fallito nel
contrastare il terremoto devastante…
No, no, è inutile. Non c’è altra spiegazione teologicamente
scientifica: il Male trionfa sul Bene.
Cerchiamo tuttavia di guardare l'aspetto positivo del
magnifico servizio d'informazione vaticana del tg di Rai Uno. Se il corpo di
Cristo è rimasto sepolto sotto le macerie, prima o poi cominceranno a
rimuoverle e finalmente lo riporteranno alla luce e le telecamere del Tg Uno
avranno l'esclusiva del ritrovamento.
Uno scoop così quelli della BBC se lo sognano.
Noi sì che facciamo scuola in fatto di informazione
giornalistica.
K.
Condivisibile
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