Non mi interessa granché la differenza tra un movimento e un partito,
certo è che se ai tesserati, alla base, ai simpatizzanti, ai militanti, certe
dimostrazioni di forza di frittura verbale di paranza stanno bene, se non li
tirano giù dal palco a forza di braccia (forza vera), evidentemente sono
soddisfatti che Piergigi e Beppe continuino a far politica a suon di cafoneria da capipopolo.
Le schermaglie tra i due cervidi vanno avanti da giorni, la stagione degli
amori e della conquista dell'harem si avvicina, in vista dell’autunno elettorale meglio
cominciare a limare le corna, mostrandole con indice e mignolo, pronti a mettersele
l’un l’altro, come sempre per ridurre tutti noi cornuti e mazziati.
Meritatamente.
È davvero stomachevole – in ciò complice un giornalismo
politico ormai specializzato in fiction sociale – che venga spacciata alle
persone per acceso confronto politico, ciò che è soltanto un avvilente
sberciare volgare di due piazzisti mestieranti. Questo è ciò che può offrire la politica italiana, ovvero il
rimpianto del nulla quando il poco si manifesta, maleducato e offensivo.
A questi due capipopolo che incarnano l’essenza della
politica in un reciproco mandarsi affanculo, mi permetto di offrire par
condicio il mio contributo programmatico, sperando trovi spazio nella loro
agenda di proposte per l’Italia: andate a cagare.
Effettivamente, in quanto debuttante, a Grillo spetta almeno un maggior credito di fiducia o, meglio, un minor debito di sfiducia. Il mio contributo è quindi più caldamente rivolto a lui, poiché Bersani ormai da anni si sa quel che è: uno che deve traghettare se stesso fino al barcamenarsi successivo, nel piccolo cabotaggio della convenienza giornaliera, avendo per bussola il compiacere chiunque voglia dargli un voto, fosse anche democristiano, avendo per giunta perso di vista la costellazione Berlusconi, l'unica che permetteva, sia a lui che al suo partito, di identificarsi per contrapposizione. Sono convinto anch'io che, politicamente parlando, Bersani sia un morto che cammina. Così come tanti sono gli zombie parlamentari socialmente alienati. Ma non lo si seppellisce dandogli del piduista, altrimenti svanisce la distinzione tra il morto che cammina e quello che parla, e straparla.
Per ora ci sono due pecore di concretezza che belano forte un ruggito di parolacce. Sgradevole, populista, privo di azioni e contenuti. Senza alcunché di
regale, di leonino. Un belato appunto.
K.
Forse al vecchio hanno detto che ha dir parolacce si prendono voti, forse oramai si è convinto che far politica significhi andare contro qualcuno, prima Berlusconi ora Grillo, son tutti così incapaci di cambiare in meglio le cose che per non ammetterlo si urlano contro.
RispondiEliminaTra tutti questi esagitati spicca la pacata ed educata figura della Serracchiani, io per le primarie del pd candiderei lei...e non solo in Friuli