Ovvio che a Bersani faccia comodo mantenere ristretto il
numero dei votanti, altrettanto ovvio che a Renzi faccia comodo allargare la
platea: il primo cerca un elettorato stabile e affidabile che offra maggiori
garanzie di conferma del primo posto, il secondo vorrebbe potenziali nuovi
elettori, con relativi voti salvifici.
Al di là (e direi anche al
di sopra) di certi tatticismi da riunione di condominio, sarebbe meglio
attenersi a una strategia di coerenza politica, a un ragionamento a priori e non post scrutinium, fregandosene altamente se una scelta sia a vantaggio
dell’uno o dell’altro dei contendenti.
Non solo e non tanto dovrebbe essere concesso di votare soltanto a chi
ha votato al primo turno. Dovrebbe anche (e piuttosto) esserci una semplice regoletta che impegni
formalmente (voce del verbo obbligare)
chi vota alle Primarie del Centro-Sinistra a dover poi votare per la stessa coalizione di Centro-Sinistra anche alle prossime elezioni politiche, qualunque sia l’esito
delle Primarie, chiunque siano gli eliminati al primo turno e lo sconfitto al
secondo.
Questo per tre motivi, tutti molto etici e utili al tanto
millantato Bene Comune.
Primo
Fin da prima del primo turno, chi si registra per andare a
votare, sapendo che si impegna a dare una seria indicazione di preferenza per
una specifica area politica, non dovrebbe avere alcun problema a sottoscrivere
l’impegno a votare (se vorrà votare), al momento delle elezioni politiche,
soltanto per quella stessa area politica.
In questo modo di scongiura la concreta evenienza che alle
Primarie partecipino come elettori anche una paccata di simpaticoni che con il
Centro-Sinistra non hanno nulla a che fare, ma siccome fa bello andare a
votare, vanno a mettere la scheda nell’urna sotto il gazebo.
Non sarebbe male cominciare a prenderci sul serio, iniziare a far coincidere l'idea di esercitare un diritto con quella di doversi assumere delle responsabilità.
Non sarebbe male cominciare a prenderci sul serio, iniziare a far coincidere l'idea di esercitare un diritto con quella di doversi assumere delle responsabilità.
Secondo
Siccome sono convinto che a parole siamo bravi tutti, ma poi
nei fatti l’alleanza e l’idillio dura finché si sa per certo di non aver perso
la convenienza ad andare a braccetto, i supporter di qualunque candidato dello
schieramento si trovano vincolati a sostenere la coalizione di partenza,
chiunque ne sia risultato il potenziale premier. Anche qua non c’è nulla di
scandaloso: non si fa altro che applicare concretamente le tante dichiarazioni
d’amore e lealtà dei leader politici, poi puntualmente disattese. Sarebbe un
meccanismo validissimo per dare veramente un ruolo attivo all’elettorato. Se l’elettore
lega la propria preferenza alle primarie al futuro voto ufficiale, obbliga in questo modo i politici a mantenere le
promesse d’alleanza, perché chi decidesse di fare il voltagabbana col senno del
poi, perde matematicamente la quota di votanti alle Primarie. O resti unito
alla Coalizione delle Primarie, o ti perdi i voti di chi ha votato alle
Primarie, sapendoti parte della Coalizione.
Terzo
Per poter serbare memoria dell’elenco dei votanti delle
Primarie, al fine di incrociarne i nomi con i registri degli elettori ai seggi
elettorali, diventa tecnicamente indispensabile dare uno spessore di momento istituzionale
alle Primarie stesse, allestendo appunto albi di valore ufficiale.
L’ineludibile vantaggio è quello di dare uno straccio di serietà e dignità a
questa iniziativa, sottraendola ai capricci dei partiti e all’improvvisazione di
una raccolta di monetine sotto i gazebo, una via di mezzo tra il Salviamo lo struzzo boreale e il Diamo un osso di democrazia da rosicchiare.
In questo modo le Primarie – magari concepite in maniera
seria – diverrebbero un momento istituzionale e non l’attuale placebo di
elargizione democratica farlocca, che i partiti (bontà loro!) decidono di
elargire, spacciando per coinvolgimento democratico soltanto ciò che torna loro
comodo, e soltanto quando ad essi conviene, a loro arbitrio.
Allora forse le Primarie sarebbero utili al Bene Comune di
tutti. Ma proprio di tutti. Pure di quelli che adesso vanno a votare alle
Primarie del Centro-Sinistra e dopo qualche settimana voterebbero pure a quelle dell’altra parte, tanto per dire “Io c’ero”, che votare fa sempre figo, oscillando
l’accendino acceso. Come a un concerto.
K.
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