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domenica 10 marzo 2013

Mengele e Cicchitto sono in mezzo a noi! Aita!

I giudici della Corte d’Appello di Milano hanno disposto la visita fiscale nei confronti dell’imputato Silvio Berlusconi, ricoverato presso l’ospedale San Raffaele per curare una uveite. Lo specialista di Oftalmologia del Policlinico Pasquale Troiano e il medico legale Carlo Goj sono stati incaricati della visita, per accertare che l'ex premier sia davvero impossibilitato a presentarsi all’udienza di lunedì 11 marzo. Dalla relazione sull’esito dell’accertamento, risulta che il quadro clinico non è incompatibile con la presenza dell'imputato in aula.

Senza entrare nel merito del’entità della patologia, seguono alcune pacate e ponderate dichiarazioni politiche.

“Il risultato di questi atti è u’inevitabile imbarbarimento dell’idea di giustizia già messa a dura prova, in Italia, dall’esistenza di una forte componente della magistratura ideologicamente orientata, sopravvissuta al crollo dell’89. Un retaggio di quel mondo che invocava la giustizia di classe.”
[Mariastella Gelmini, deputata PDL]

“Nei confronti di Berlusconi non è in corso un giudizio, ma un autentico supplizio.”
[Maurizio Gasparri, capogruppo PDL al Senato]

“Ormai è evidente a tutti, a chiunque abbia onestà intellettuale, indipendentemente dalle appartenenze politiche e culturali di ciascuno, che verso Silvio Berlusconi sono praticati metodi che credevamo propri dei regimi non democratici verso i dissidenti politici”.
[Daniele Capezzone, portavoce Pdl]

Ma è spingendoci fuori dall’orbita delle strampalate dichiarazioni politiche, è soltanto osando avventurarci impavidi in apnea nei neri spazi vuoti d'assenza d’ossigeno, che ci ritroviamo tra le mani un documento estratto dalla cartella clinica di un paziente sotto osservazione, in camera con pareti imbottite.

Medici nazisti su indicazione di un tribunale stalinista sono andanti da Berlusconi e hanno emesso un verdetto disgustoso, ma a questo punto siamo al di là di ogni dialettica normale e di fronte allo scatenamento di una persecuzione che essendo fatta da fanatici ha perso anche ogni senso del limite.”
[Fabrizio Cicchitto, capogruppo PDL alla Camera]

Balza all’occhio un primo dato tecnico. Fabrizio Cicchitto paragona Pasquale Troiano e Carlo Goj a Josef Mengele, il quale, zelante custode dei dettami di Ippocrate, esercitava nella clinica d’avanguardia di un resort extra lusso, nella ridente campagna polacca, dotato di ogni comfort. In particolare le terme, dotate di sauna, bagno turco e stanze di gassificazione, erano il fiore all’occhiello della struttura.
Ma, rimanendo seri, non è tanto il defunto Mengele a preoccupare.
“[…] si mostrava crudele, tanto da guadagnarsi l'appellativo di angelo della morte; uccideva senza pietà prigionieri a calci, colpi di pistola o iniezioni di fenolo; in un battito di ciglio decideva alla banchina, se una persona era da destinare al lavoro o alle camere a gas. Egli disegnò una linea sul muro del blocco dei bambini, alta circa 150 centimetri, ordinando le esecuzione nella camera a gas di chi non raggiungeva tale misura. Quando un capannone venne infestato dai pidocchi, Mengele decise di uccidere tutte le 750 deportate che vi risiedevano.”

Stando al presente, è molto più preoccupante che nel cuore di Milano esista una struttura paragonabile all’ospedale di Auschwitz, dove il dottor Pasquale Troiano porta avanti le sue sperimentazioni criminali, e che nessuno muova un dito per evacuarla, chiuderla e porre in salvo i pazienti lì detenuti.

In questo clima da "caccia alle streghe" (cit. Stefania Prestigiacomo, PDL), il dottor Francesco Bandello, primario di Oftalmologia al San Raffaele, qualora sorgesse il minimo sospetto che non abbia tutelato al meglio la salute politica di Silvio Berlusconi, rischia la propria incolumità fisica e va messo sotto protezione.

“Lo psichiatra russo Vladimir Bechterev nel 1927 visitò Stalin e gli diagnosticò una sindrome paranoide. Poco tempo dopo morì in circostanze non chiarite. Stalin avrebbe ordinato l'assassinio del medico perché non d'accordo con la diagnosi”

Non che Berlusconi sia Stalin. Però, dovessi avere a che fare con uno che è amico di Putin e ha un mausoleo privato nel giardino di casa, beh, in questo clima cicchittiano da processi sommari ed esecuzioni di massa, io al posto del dottor Bandello non dormirei sonni tranquilli. Neppure a Città del Messico.

Ma l’indizio più inquietante di tutta la faccenda è l’inspiegabile diffidenza di Fabrizio Cicchitto verso la professionalità delle corti di giustizia naziste. Fabrizio Cicchitto non reputa i tribunali nazisti sufficientemente affidabili in fatto di ferocia, al punto da dover fare appello a quelli sovietici. Una simile mancanza di fiducia Roland Freisler non se la merita proprio. Il poveretto si starà rivoltando nella tomba: una onorata carriera di condanne sommarie, gettata alle ortiche da un istante di ingrata scorrettezza. Che bisogno c’era di rivolgersi a dei tribunali stalinisti per ottenere l’autorizzazione a procedere di medici nazisti? Non vedo altri moventi, se non una dispettosa cattiveria.

Quindi, la diagnosi è la seguente. Il paziente appare in evidente stato confusionale. Fabrizio Cicchitto ha "emesso un verdetto disgustoso" e "a questo punto siamo al di là di ogni dialettica normale", la quale "essendo fatta da fanatici ha perso anche ogni senso del limite". Si prescrive riposo, al riparo da forti emozioni. E tanta, tanta umana, indifferente compassione.

***

Come vedete, non ci vuole molto a buttare in farsa il ridicolo. La stupidità è nutrimento a se stessa.
Volendo poi dare una valutazione che non sia psichiatrica della dichiarazione di Fabrizio Cicchitto, potrei dire che è la dichiarazione di un ignorante. Essendo però Fabrizio Cicchitto una persona che almeno le scuole dell’obbligo le ha fatte, tale ignoranza sui fondamentali storici non è giustificabile. Verrebbe allora da dirlo uomo stupido oltre che ignorante, di quella stupidità consapevole e tignosa, che mira a far presa sulle menti dei suoi simili.
Ci sono calcolata stupidità, un vanto di ignoranza, e pure una buona dose di maleducazione, sia nei confronti dei medici della vicenda, sia di chi lager e gulag sperimentarono. A Fabrizio Cicchitto si può solo augurare di poter sperimentare l’uno e l’altro, non certo con cattiveria, ma con i migliori propositi di renderlo edotto dell’effettiva esperienza che denuncia con tanta indignazione. Magari gli si organizza un bel vagone didattico, in compagnia di tanti altri che ogni due per tre si mettono in bocca le mattanze umane per darsi un tono, sia a destra che a sinistra.

Quanto appena scritto, però, non basta ancora a definire al meglio il politico Fabrizio Cicchitto. Dirlo ignorante, imbecille e maleducato non appare sufficiente.
Dovendo essere la politica una professione di alta responsabilità, dove le parole dovrebbero essere seri strumenti come bisturi ago e filo, premessa di ogni intervento d’azioni concrete per costruire salute e benessere sociali, la frase di Fabrizio Cicchitto va oltre l’ignoranza, la stupidità e la maleducazione. C’è in essa tutta la volgarità di svolgere al peggio una professione, avvilendo la politica a balordaggine verbale.
Ecco, volgare balordo è l’autoritratto che Fabrizio Cicchitto fa del se stesso politico, con simili dichiarazioni.

Di certi volgari balordi c'è purtroppo abbondanza nello scenario politico. Di individui che possono contare soltanto su stupidità, ignoranza, maleducazione e volgarità per giustificare la propria presenza sociale e adescare le menti e i voti di chi, evidentemente, non sa e non merita di nutrirsi d’altro. Tamburi roboanti che risuonano soltanto di frasi vuote.

Ad Auschwitz il lavoro rendeva liberi.
In Italia la volgarità rende sovrani sopra adunate d’ignoranza.

(una delle due affermazioni non è falsa)

K.
***** FINE POST *****

ps: per trovare spiegazione del testo barrato sottostante, leggere mia risposta al commento di Giovanni.
Volete un aiutino da casa? È quella che va a braccetto con chi reputa cultura e intelligenza fastidiosi inconvenienti della vita.)
Sempre in riferimento a quella risposta, carico l'immagine di due tweet di Beppe Grillo.

Twittati verso le 20,30 di domenica 10 marzo (stasera)

2 commenti:

  1. Il link (l'ultimo) rimanda a qualcosa che non è di Grillo ma di Gaber, appare un po' forzata la cosa.
    È responsabile anche delle dichiarazioni di Cicchitto? A me sembra che si stia scadendo (il gerundio è frutto di cortesia, sarebbe più appropriato un passato prossimo) nel ridicolo. A proposito: visto che nessuno (di quelli che sono infastiditi dalla maleducazione e mancanza di rispetto democratico altrui) ha notato la cosa o ha ricevuto suggerimenti sulla notizia, faccio notare che un deputato del M5S ha chiesto di fare un corteo dal Colosseo al Parlamento.
    Un'insopportabile rivisitazione della marcia su Roma.

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    1. No, Grillo non è affatto responsabile delle dichiarazioni di Cicchitto (casomai il contrario).
      Ho sentito qualcosa sulla faccenda della marcia. Se sentono la necessità di fissare in un'"immagine" simbolica l'arrivo della novità M5S in Parlamento, facciano pure. Può grossomodo ricordare il ritrovo alle sorgenti del Po per prendere l'ampolla d'acqua. Io non mi perderei sui gesti simbolici, conta poi vedere i fatti.
      Per esempio, reputo più probanti le dichiarazioni di quello che, di fatto, è una delle anime ispiratrici del M5S. Stasera mi pare ci fosse in programma riunione degli eletti per decidere il da farsi in merito a prendere in considerazione o meno l'ipotesi di dialogo con il PD. A scanso di equivoci Beppe Grillo ha twittato (prima una volta, poi subito un'altra volta, tanto per ribadire il concetto) quello che leggi nell'immagine che ti ho caricata sopra. Io, che non sono intellettuale, tendo a leggerci un "Uno vale uno, ma sia chiaro che i vostri potenziali 100 SI non valgono il mio NO." Mi ricorda un poco il referendum di Marchionne: votate liberamente, ma sappiate fin d'ora che se vince il No chiudiamo baracca. Oh, per me uno mica deve essere per forza democratico dentro la propria organizzazione. Basta che non cerchi di darlo a intendere per forza.

      Per ultimo, il punto più delicato: la faccenda del link al blog di Grillo. Hai ragione, è un po' forzata la cosa; secondo me perché ho sbagliato a piazzarlo lì sotto. Ne è la prova il fatto che stiamo qua a parlare di Grillo perché io ho fatto riferimento a lui alla fine di un post dedicato ad altro. Farò meglio, eventualmente, a parlarne in post a parte. Intanto lo rimuovo e lo riporto a fine commento, in modo che chi dovesse leggere il tuo, trovi riferimento al link (facevo meglio a lasciare il finale come appare ora, prima dell'aggiunta un attimo prima di pubblicarlo). Invece non trovo una forzatura citare Grillo per le frasi di Gaber. Anzi, è proprio quello il punto. Tu ed io siamo due blogger, possiamo scrivere cose condivisibili o meno, intelligenti o stupide. Grillo non è più un allegro blogger dal momento in cui pare abbia il controllo di più di 100 parlamentari. È un leader politico, e in risposta a un appello di intellettuali potrebbe cercare di meglio che fare copia e incolla del testo di una canzone. Probabilmente non è in grado. Meglio irriderli e insinuare l'idea che la funzione degli intellettuali sia quella di sottoscrivere appelli piagnoni e di trovare cavilli: categoria noiosa e rinunciabile, ne convengo. Secondo me Grillo e Casaleggio farebbero meglio a pagare qualcuno che fosse in grado di rispondere come si deve, non un intellettuale però. Solo che poi c'è il rischio che a qualcuno sorgano dei dubbi tra una frase argomentata e l'altra. E allora Grillo rischierebbe di dover twittare un altro democratico NO! preventivo (serenamente, si intende).
      Ciao e grazie

      Testo originariamente presente a chiusura del post:
      (Una delle due affermazioni non è falsa. Volete un aiutino da casa? È quella che va a braccetto con chi reputa cultura e intelligenza fastidiosi inconvenienti della vita.)

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