Bene, partiamo da quel piagnisteo.
Di fatto, anche senza scomodare l’espressione “servitore
dello Stato”, chiunque riceva uno stipendio statale, è un “dipendente dello
Stato”. Soprattutto, stando ai politici, dipendenti nostri sono sicuramente i parlamentari, eletti da noi a
ricoprire posti di lavoro (poltrone sotto il culo) profumatamente retribuiti.
Altra domanda: voi quando cercate lavoro – non dico nel
Parlamento della Repubblica, ma fosse anche in un’impresa di pulizie – non fate
il minimo sforzo di presentare un curriculum vitae? Sono certo che la risposta
sia “Sì, certo!”. E lo scrivete con cura, in forma chiara e corretta, con i
dati salienti delle vostre esperienze professionali pregresse, ecc. ecc.? “Ovviamente sì!”
Già, ovviamente sì, altrimenti non ci arrivate nemmeno al colloquio di selezione. I vostri nome e cognome
finiscono direttamente nel cesto dell’immondizia, per mancanza di educazione nel presentarsi,
prima ancora che di contenuti.
Stiamo andando bene, quindi proseguo.
Qualcuno mi sa spiegare perché, nelle Primarie Parlamentari PD, i candidati al posto
di parlamentare (cinque anni di lavoro certo e ben retribuito), pensano che
per presentare domanda d’assunzione (come zelanti e umili servitori dello
Stato, beninteso) sia sufficiente indicare soltanto “nome, cognome e data di nascita”?
Io intanto do la mia risposta.
Questi signori (e signore) evidentemente sanno che possono
permettersi di non fare nemmeno lo sforzo di linkare un sito porno sui loro
nomi e cognomi, perché conoscono gli esaminatori.
Sanno che al maturo
elettorato democratico è sufficiente offrire il demagogico diritto di
votare mettendo una ics. Intanto ai piagnina non importa avere il diritto di
scelta dopo aver esaminato e selezionato. È sufficiente garantirsi, per cinque
anni, il diritto di dire: “Ma guarda questi parlamentari che abbiamo eletto,
come sono strafottenti e si fanno i comodi loro!”.
Prima di eleggerli, ora, non avete modo di constatare un lampante atteggiamento di sfottente approssimazione?
Personalmente, degli individui che si presentano a un colloquio
d’assunzione senza nemmeno due righe di presentazione (fossero anche scritte su
uno strappo di carta igienica), non soltanto non li voto. Non li faccio manco accomodare. Arrivederci e grazie, il signore non dà la mano. Non vanno presi in considerazione.
E non per pulire i cessi di Montecitorio e Palazzo Madama.
Nemmeno per pulire il water di casa mia.
K.
La motivazione di tale mancanza è nell'assenza, nella maggior parte dei casi, di esperienze pregresse di natura lavorativa da poter essere scritte in un curriculum. La signorina Bindi, il signor D'Alema e tanti altri non hanno altre esperienze se non quelle in politica. Nel confronto con tali storici parassiti anche la signorina Minetti, tanto bistrattata, appare un gigante che che può vantare esperienza nel mondo del lavoro (reale).
RispondiEliminaSono serio.