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martedì 18 ottobre 2011

Black Codard


(scritto lunedì 17 ottobre)

Ieri sera all’Olimpico è andato in scena il derby Lazio-Roma.

Ipotizziamo che gli hooligan di mezza Europa si fossero dati appuntamento nella capitale, per darsela di santa ragione fuori dallo stadio. Così, una allegra rimpatriata tra commilitoni e teste di cazzo, magari avendo anche l’arroganza e la spavalderia di preavvisare la FIGC con tanto di comunicato ufficiale.

Insomma un bel ritrovo di incappucciati, ma niente di segreto; un allegro raduno alla luce del sole, anzi a favore di telecamere e fotoreporter.

Sono certo che, di fronte al pericolo che una partita del campionato business di serie A rischiasse di non essere disputata, le Istituzioni avrebbero fatto del loro meglio, allertandosi per tempo e fermando queste poche centinaia di “tifosi esagitati” ai confini della Regione Lazio, se non prima.
Avrebbero sicuramente fatto qualcosa di più del nulla del giorno prima.

Sabato 15 ottobre, un manipolo di “tifosi esagitati” ha soltanto – come preavvisato del resto – portato vandalismo e distruzione nel cuore di Roma, mettendo a spranghe e fuoco la città, incendiando macchine, sfondando vetrine, deturpando con totale successo la manifestazione civile e pacifica dei cosiddetti Indignados.

Fatti salvi i bisogni primari dell’italiano tipo (la partita di pallone con rigore immortalato con foto dal telefonino), tutto ciò che resta della dignità italiana può anche andare a farsi prendere a sanpietrinate in testa.

Intanto togliamo le virgolette agli eufemismi, e, come ho scritto altrove, chiamiamo le cose col loro nome.
Alcuni ultràs delle curve non sono tifosi esagitati, ma delinquenti col volto coperto.
I black bloc non interpretano la rabbia della società. I black bloc sono dei criminali in passamontagna e casco da motociclista con visiera oscurata.

In Italia, debole o malata che sia, esiste una repubblica democratica.
Evitiamo di fare la facile equivalenza: volto coperto = combattente per la libertà.

L’anonimato come tutela della propria incolumità fisica è necessario quando si combatte contro regimi dittatoriali, pronti ad applicare esecuzioni sommarie e fucilazioni in piazza.

Nella Repubblica Italiana, coprirsi il volto e indossare un casco, non è atto di coraggio, ma segno di viltà.
Roma è stata devastata da terroristi codardi, e non da paladini del popolo.
Personalmente li schifo.

In democrazia, chi crede in un’idea si espone per essa, si prende dei rischi, ma sempre a volto scoperto. Chi vuole esporsi anche all’arresto, mettendoci la faccia, ha la mia stima perché io non sono capace di tanto.
Ha la mia stima anche se arriva alle mani con la polizia, ma a volto scoperto.
Chi lo fa bardato come un terrorista omertoso, non ha la mia stima.
Perché io non sono un terrorista e non ambisco a identificarmi nella feccia.

E ripenso anche alle scene di tanti stadi, ogni domenica, nei quali ormai diamo per normale e concepibile che degli individui appaiano a volto coperto, con il fazzoletto sul volto. E proprio all’Olimpico di Roma, qualche anno fa, scesero sul campo, legittimati dalle Autorità, a trattare le condizioni per la disputa della partita.

È un nostro triste costume scandalizzarci dell’ovvio e del prevedibile.
Era previsto che sarebbero arrivati a far casino, era ovvio che le nostre Autorità li avrebbero tollerati.
La tolleranza, si sa, non è un valore, la tolleranza è l’anticamera del razzismo o il salotto delle istituzioni deboli.
Delle istituzioni forti, messe di fronte a certi eventi, accettano o rifiutano.

Mi spiace se qualcuno vede in questi sfigati senza coglioni l’emblema del disagio di una generazione.

La manovalanza dei black bloc è costituita da minorenni e minorati, da ignoranti violenti che vanno a fare weekend in una città europea, magari stanchi della discoteca tutti contenti di essere ripresi per potersi ripostare su youtube.

E mi spiace che la loro più grande preoccupazione non sia essere identificati dalle forze dell’ordine. La loro unica paura è che la mamma li possa riconoscere in tv e magari, al lunedì mattina, mandarli a scuola senza merenda.

Mi spiace anche che se certi delinquenti hanno modo di agire indisturbati e diventare attori da tg e reportage, è perché usano lo spazio e il palco lasciati vuoti dai protagonisti di una politica che ormai mira soltanto a tutelare se stessa ed è vuota di ogni concreta azione.

Con l’aggravante che, per chi è al governo, i black bloc sono la manna dal cielo, un valido pretesto per delegittimare ogni protesta critica antagonista.
Per chi non aspetta altro per poter manganellare indistintamente in bocca ogni voce di opposizione, ora sarà più facile equiparare una opposizione costruttiva a una violenza distruttiva, sarà facile fare di ogni erba… un fascio.

C’è un’altra cosa che mi dispiace, molto più di quelle sopra.
Che questi mentecatti, volendo rendere un servigio vagamente utile alla società, invece di distruggere i luoghi e i beni pubblici e rovinare una manifestazione di critica sociale, non dimostrino di avere un minimo di palle e di cervello per andare a randellare la Casta. In senso fisico intendo, non figurato.

In questo, governo e opposizione, in quanto persone fisiche, dovrebbero essere accomunati, e di santa ragione!

Perché i black bloc sono dei picchiatori sociali su commissione. E a creare questo mostro di delinquenza e violenza è la connivenza di politici indegni, incapaci di interpretare e tradurre in veri e concreti atti istituzionali (che mancano) una vera e concreta rabbia sociale (che c’è, eccome!).

Ma Frankenstein non si rivolta contro il suo Creatore.

Accade soltanto al cinema.

K.

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