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domenica 23 ottobre 2011

I sicari del popolo bue

Ciao a tutti.

Nei giorni scorsi ho scritto un articolo con alcune mie considerazioni sui fatti accaduti a Roma sabato 15 ottobre.
Visto il tema trattato, sono arrivati vari commenti, nessuno dei quali buttato lì alla leggera o con poca serietà.
Quindi ho pensato di fare questo ulteriore post, per dare visibilità alle repliche e alla mia risposta, non relegandole nel sottoscala di un post.
Si stabilisce così un nuovo “campo base” delle argomentazioni. Credo sia importante non lasciar cadere certe questioni, perché probabilmente stiamo a un momento critico di faccende grosse.

Spero di non tralasciare parti importanti e se interpreto erroneamente o parzialmente il pensiero di qualcuno, la zona commenti accoglierà critiche, correzioni, segnalazioni di errori.
Comprenderete dalla lunghezza del post che ho dovuto sacrificare qualcosa nei contenuti.

Ognuno saprà riconoscersi nelle questioni; evito di riportare i nick, perché a volte nel concetto di una frase anche un altro lettore che ha commentato potrebbe identificarsi.
Comunque cerco di far sì che tutti i testi citati anonimamente siano rintracciabili alla fonte nei link dentro l’articolo.

Ah, ora che l’ho finito vi confermo che si tratta di un post davvero lungo, quindi, senza punta d’ironia, non avventuratevi a leggerlo se il tema non vi interessa. Anche perché non vi cambia la vita.
Come sempre, sui fatti reali, oggigiorno sono più le persone che ne parlano di quelle che agiscono, e questa è una grave piaga sociale dell'era della Comunicazione (in realtà mai la "comunicazione" è stata a un livello così deprimente).
Fate voi.
Intanto dal prossimo post si torna a digitar faccine.

Io non ho mai la Verità in tasca, e proprio perché mi piace il confronto, esprimo con nettezza le mie affermazioni, non per arroganza, ma perché mai mi sognerei di imporle.
Penso che linkerò alcune pagine, ma fin da subito preciso che userò “di default” l’acronimo BB in molte circostanze, per indicare non i Black Bloc ma la Banda di Balordi dai quali, stando al comunicato emesso dallostesso Blocco Nero (o Antifascismo Militante), i Black Bloc si dissociano.
Starà poi di volta in volta al lettore stabilire se sotto BB ci stiano gli uni o agli altri.

Inizio, e mi scuso in anticipo per ogni considerazione che chicchessia riterrà errata.
Potrà sempre replicare.
In merito alle repliche, siccome questo testo, valido o stupido che sia, mi ha certamente impegnato del tempo, le vorrei serie e ponderate.
Essendomi abbastanza saturato di parole sul tema, non è detto che risponda a obiezioni superficiali, oziose o illogiche.
Ma state certi che leggerò ogni replica.

*****

Io ho condannato senza mezzi termini l’operato dei Black Bloc, non ero a conoscenza della distinzione appresa leggendo il comunicato segnalato sopra, quindi ora, anche leggendo quell’articolo, immaginate un “BB” al posto di “Black Bloc”.

Io ho definito i BB dei codardi, perché agiscono a volto coperto.
E questo è un punto sul quale ho colpevolmente non fatto dei distinguo, che ora faccio.

Infatti, giustamente, un commento mi ha fatto notare:
“Sinceramente mi sembra un nonsense dare dei codardi a chi si incappuccia per mettere in atto azioni ILLEGALI, è come se dicessimo: "Hai visto quei due rapinatori? Hanno rapinato una banca incappucciati, che codardi!" nessuno si sognerebbe di dire una cosa simile no?
E che dire dei terroristi che negli anni '70 (e non solo) non andavano certo in giro a volto scoperto?
Qui non si sta parlando delle differenze ideologiche e se esistono dietro atti violenti o comunque illegali, ma sulla codardia di non farsi sbattere in galera???”

Un rapinatore di banca con addosso un passamontagna si espone a uno scontro a fuoco, e non è un codardo nel senso “stretto” del termine, di sprezzo della vita e del pericolo.
È soltanto un delinquente.
Anche ritenendo i BB dei semplici violenti che sfasciano tutto, io potrei ritenerli dei delinquenti che non vogliono farsi identificare, punto. Ma non dei codardi.
Per ora stiamo a questa definizione.

Altra frase estrapolata da un post interessante: “(…)chi(…) dimentica che non si è tra gentiluomini e che le forze in campo sono talmente impari che il volto scoperto sarebbe da folli”

Vi indico anche un’intervista su "la Repubblica" nella quale (penso si tratti di un Black Bloc per esteso) i Black Bloc si dichiarano in stato di guerra, e di conseguenza agiscono in maniera organizzata e hanno affinato tecniche di guerriglia urbana nei fatti di Atene.

Ora provo a chiarire il mio punto di vista sul concetto di “volto coperto”, “codardo” e altri aspetti che salteranno fuori, via scrivendo.

Parto da una premessa, senza la quale ogni confronto logico è approssimativo e ambiguo.
Questa premessa è “il CONTESTO”.
Ogni pensiero, ogni parola, ogni azione va calata in un contesto.
Allora anche le parole assumo peso, dignità e serietà.
Perché fuori dal contesto gli stessi pensieri, parole e azioni assumono significati diversi.
Magari ugualmente validi, ma se ognuno sta nel proprio personale contesto, ognuno continua a vederla a modo proprio, correttamente a modo proprio, ma senza possibilità di confronto.
Chiaramente, qua, sono io che scrivo e quindi stabilisco il mio contesto, dentro il quale le mie affermazioni vanno considerate e confrontate.

Ora fisso qualche punto fermo, qualche dato, perché al “pensiero sociale” sarebbe ora di restituire dignità scientifica, la mancanza della quale permette ai farabutti della Casta di prostituire parole e idee e prendersi gioco di noi quotidianamente.
Non so voi, ma io vivo in una Repubblica democratica e parlamentare, che garantisce diritti civili sanciti dalla Costituzione.

Non siamo sotto una dittatura e Berlusconi non è un dittatore. (Saremmo messi molto peggio di quanto siamo già messi male se un uomo mediocre con un codazzo di mediocri intorno a lui riuscisse a instaurare una dittatura. Anche volendo, difettano di statura intellettuale.)

Quando parlo di “dittatura” mi riferisco a istituzioni e organi antidemocratici che hanno evidentemente sovvertito quelli repubblicani e democratici. E hanno preso il potere, esercitandolo.
Nelle dittature esiste la palese restrizione dei diritti civili; la censura intellettuale d’opinione e pensiero è l’anticamera della tortura e della soppressione fisiche.
Nelle dittature vige la legge marziale, l’esecuzione sommaria senza giusto processo.
Nelle dittature la vita delle persone è in balia del capriccio di chi indossa un’uniforme, anche in pieno giorno, alla luce del sole.
Una raffica di mitra a polemici individui allineati a un muro, e fine della questione.

Nel Cile del generale Augusto Pinochet c’era una dittatura.
Nell’Italia del Fascismo c’era una dittatura. E dopo il ventennio fascista l’Italia non ha più conosciuto istituzioni dittatoriali, con buona pace di chi, da destra, da “delinquente intellettuale” farnetica di presunte dittature comuniste. L’Italia non ha mai avuto, nemmeno per un giorno, dittature comuniste. Qua stiamo nel contesto Italia, e non nella tundra siberiana.

Nella Repubblica Italiana non c’è una dittatura.
Ci sono individui luridi che occupano le Istituzioni democratiche, le avviliscono, le svuotano della loro dignità. Perché essi sono indegni, non sono le Istituzioni a essere indegne.

Questo è il cosiddetto “regime mediatico-economico” dell’era Berlusconi.
Sarebbe troppo comodo e sbrigativo e anche da ruffiani in malafede far passare ciò che sta accadendo da anni, come l’effetto di una dittatura.
Chi va in televisione a denunciare che la censura non gli permette di esprimersi, con le sue stesse parole dimostra che non c’è la censura vera, quella tipica dei regimi. Perché prima di finire la frase sei già in una fossa comune e senza nome.

Che differenza c’è tra lo squallore di Berlusconi che va al G8 a lamentarsi che in Italia è vittima della dittatura della Magistratura e chi afferma che siamo in guerra contro un regime dittatoriale?

È sotto l’occhio di tutti che i diritti e le leggi vengono puntualmente calpestate o rifatte ad personam, usando il Potere del Parlamento e del Governo come se fossero Zecche di Stato.

Ma il fatto che Parlamento, Governo, Costituzione, Leggi, Magistratura della Repubblica Italiana vengano offese, calunniate, derise, mortificate, violentate ogni giorno, alla luce delle telecamere, significa che le Istituzioni democratiche sono in mano a Zecche, Insetti indegni di mettervi piede.
Non sono marce le Istituzioni, sono marci gli individui che le rappresentano.

Perciò io MI RIFIUTO di scegliere la soluzione “di comodo” del dichiararsi in guerra contro la Repubblica Italiana.
Ho i miei valori, e in una società spesso bisogna barattare i propri principi con quelli degli altri, per conviverci.
Ma non accetto di barattarli con il lancio di palle di merda nel centro di una città.

Gli scontri di piazza che ho visto sabato 15 ottobre sono quegli scontri che non si svolgono al tramonto di un regime, ma al capezzale di una Repubblica Costituzionale.
In questo modo si rischia di favorirne il trapasso, non la guarigione.
E prima della parola “dittatura” vengono le parole “colpo di stato”, “coprifuoco”, “carcere per i dissidenti”.

Chi pensa che siamo in una dittatura, vorrei mi usasse la cortesia di essere coerente, perché la COERENZA è forse l’unica qualità intellettuale che permette di testare SEMPRE la bontà o falsità di ogni persona, per come pensa, parla e agisce.

E la coerenza porta spesso a buoni risultati, perché ha il vizio di mettere al mondo una bella bimba, di nome COSTANZA. E con coerenza e costanza, ogni affermazione va testata sul campo, e si va fino in fondo, senza parcheggiare in cervello in zone grigie quando torna comodo defilarsi.

Se pensi che siamo in una dittatura sei autorizzato a uscire di casa con un passamontagna, la mimetica (o se ora è più di tendenza, una felpa nera), dai fuoco alla prima auto che incontri (magari quella dello stronzo del piano di sopra, imparasse ad abbassare il volume della tv), e sfondi qualche vetrina (che ultimamente i corsi di yoga hanno aumentato i prezzi, e tu lo devi scaricare lo stress).

Però ti auto proibisci di comprare un giornale, stai attento a come parli quando sei al bar, su facebook non accedi senza tessera del partito unico, e alla sera dici addio agli happy hour e alle cene con gli amici e a tutto quello che, in un paese libero, ti sarebbe concesso di fare.
Perché al calar del sole scatta il coprifuoco, e per te non sarà un problema autoimporti certe limitazioni, perché intanto in una dittatura il problema di dover scegliere non si presenterebbe: obbedisci o muori.

La Costituzione Italiana è stata redatta dalle stesse persone che non hanno rinunciato a un happy hour o a un sabato in discoteca, ma hanno dato la vita (scusate ma non trovo un’espressione meno retorica), sono crepati, morti ammazzati in scontri a fuoco, contro le truppe d’occupazione nazi-fascista.

E chi sceglie la lotta armata contro le Istituzioni della Repubblica, offende la memoria della Resistenza per la Liberazione dell'Italia dal Fascismo, almeno quanto quei politici, che facendo scempio di quelle Istituzioni, si rendono indegni anche solo di baciare il culo sporco di merda a donne e uomini che sono morti durante la Resistenza, per consegnarci l’Italia libera da quel tumore della Storia, che fu il Fascismo.

Sono Istituzioni nelle quali viviamo, grazie alle quali possiamo andare a manifestare il dissenso.
Grazie alle quali qualche Ministro della Repubblica non rischia molto quando sputa sul Tricolore.
Grazie alle quali un altro Ministro può dichiarare che lui non rinnega il fascismo.
Grazie alle quali chi mette a ferro e fuoco un centro città, magari ora è in galera, ma non su un tavolo d'obitorio, con raffiche di mitra nella schiena o un colpo alla tempia.

Ma è chiaro che il quadro è incompleto.

Riporto un’altra frase: “ho forti perplessità sul fatto che si possa risolvere sempre tutto con i mazzolini di fiori in mano..”
E ancora: “Non sono un violento, non lo sono mai stato, ma so che non voglio e non devo condannare aprioristicamente la violenza. Molto spesso la democrazia ha radici violente, la nostra repubblica trae origine, oltre che dall'intervento alleato, da una guerra civile.”

Credo di condividere molto di quanto riportato sopra, ma credo che il Potere della Parola aiuti a evitare di dover leggere tra le righe. Spesso a lasciar leggere tra le righe, sono gli azzeccagarbugli delinquenti a trarre vantaggio di ciò che trovano.

Io non sono un pacifista e mi auguro di non esserlo mai.
Perché oggi in nome di un surrogato della Pace, si accetta di bombardare la popolazione civile con i raid della Nato. Sotto l’egida delle “missioni di pace”.

Di un solo individuo storico ho stima senza riserve, ovvero del Mahatma Gandhi.
Non ha scritto o pronunciato una sola parola senza applicarla a se stesso nei fatti della vita.

Vi riporto un suo pensiero:
Sono le azioni che contano. I nostri pensieri, per quanto buoni possano essere, sono perle false fintanto che non vengono trasformati in azioni. Sii il cambiamento che vuoi vedere avvenire nel mondo.

Questo diceva Gandhi della Pace:
Non c'è strada che porti alla pace che non sia la pace, l'intelligenza e la verità.
Ci sono cose per cui sono disposto a morire, ma non ce ne è nessuna per cui sarei disposto ad uccidere.

Questa è la via della Pace, punto! La Pace non ha bisogno della Guerra per affermarsi.
Tutte le variazioni sul tema sono pacifismi, non sono la Pace.

Ma io non sono Gandhi, non ne ho la capacità.
E di certo accetto lezioni morali dal Mahatma, non dai cosiddetti pacifisti.

Ecco cosa diceva Gandhi, questa è la frase che per me è fondamentale nel contesto.
È meglio essere violenti, se c'è violenza nei nostri cuori, piuttosto che indossare l'aureola della nonviolenza per coprire la debolezza. La violenza è sicuramente preferibile alla debolezza. C'è speranza per un uomo violento di diventare non violento. Non c'è questa speranza per i deboli.

Per “deboli” penso intendesse gli ipocriti, quelli che mascherano di buonismo la loro vigliaccheria caratteriale e comportamentale. Gli opportunisti troveranno sempre un carro del vincitore sul quale saltare, non cambieranno mai.

I mazzi di fiori ha il diritto di tenerli in mano soltanto chi è disposto a farsi ammazzare con i mazzi di fiori in mano, e non chi si nasconde dietro un mazzo di fiori nella speranza che non gli sparino.

Preferisco i violenti ai voltagabbana. Almeno esprimono sincera violenza.

Però io MI RIFIUTO di abbassarmi a dover scegliere tra il male e il peggio.

So bene che Gandhi ha messo in pratica nella vita la massima: Occhio per occhio... e il mondo diventa cieco.
Ma io ho un’anima piccola rispetto al Mahatma.
Io non me ne sto nel praticello a raccogliere fiori di campo, “porgendo l’altra guancia”, mentre il lupo giace con l’agnello.

Mi sono sbattezzato per sottrarmi alla schiavitù di dover “comportarmi da brava pecorella” in segno di gratitudine verso Gesù “che ha dato la vita per me”.
Non gli ho chiesto io di farsi ammazzare, è stata una sua scelta. Così come ora io scelgo di comportarmi come meglio ritengo, senza mancare di rispetto a nessun crocifisso che si creda in diritto di darmi ordini.
E di certo non voglio imporre la mie scelte agli altri. Sono un laico.
Ognuno è libero di comportarsi come meglio crede, ma per confrontarsi, in una società civile, si deve stare dentro un comune contesto di ragionamento.

Io parto da “occhio per occhio, dente per dente”.
E non ci vedo questo grande spauracchio barbaro.
Perché per me significa, semplicemente: “Reazione proporzionata all’offesa”.
Come nei confronti militari, ma applicata alla vita di tutti i giorni.
Non sono un “gentiluomo a prescindere”, cerco di essere corretto, che è un’altra cosa.
Fiori a chi ti da fiori, legnate a chi cerca di legnarti.

Io parto da mazzo di fiori per mazzo di fiori, pizzicotto per pizzicotto, fino ad arrivare allo spranga per spranga e violenza per violenza.

Non è detto che io abbia la capacità o la determinazione di spingermi lungo tutto l’arco di queste possibilità.
Se non riesco, più per mia debolezza o paura che per mia moralità, non biasimo certo chi ha più tempra di me.

Ma resta fermo il principio del contesto: la reazione deve essere proporzionata all’offesa.

Bisogna avere l’onestà di essere coerenti e consequenziali.

Le Istituzioni democratiche sono vulnerabili perché presiedute da individui armati di menzogne, opportunismi, incompetenza e volgarità intellettuale.
L’unica contrapposizione coerente è sconfiggerli e ridurli all’impotenza con armi adeguate.
Occorrono idee, pensieri e progetti che si traducono in fatti concreti, intelletti sani da scovare nel tessuto sano della società.

Se ciò non basta, il passo successivo non è, tout court, la soluzione di comodo di andare ad attaccare “il Palazzo”.
Nella Repubblica Italiana esiste il pluripartitismo, e se soggetti meschini detengono il potere è perché non esiste una Opposizione.
Non c’è niente di pulito, sano, valido, alternativo da poter contrapporre allo schifo che ci governa.

E infatti si parla di Casta, che li unifica tutti, i nostri politici, in una mediocrità d’intelletto che è delinquenziale.

Io non vivo sulla luna, ci vive chi afferma che siamo in una dittatura, perché non vuole affrontare la vera gravità del problema.

Li ascolto anch'io quando parlano, i nostri politici.

Ormai siamo al punto che ci cagano in testa spudoratamente.
E non cercano nemmeno di spacciarci la merda per nutella.
Hanno dismesso ogni pudore. Hanno capito che non corrono pericolo.
Ci dicono: aprite la bocca che arriva la merda! Fermi, che prendiamo bene la mira!
Buona la merda?!

Politica, Partito, Governo, Presidente del Consiglio: sono parole e anche nobili!
I Partiti servono alla vita di un Paese, sono aggregatori di persone con idee e proposte a favore della collettività.
Se qualcuno li ha ridotti a uffici di collocamento per gli amici degli amici, la colpa non è dei Partiti, ma di chi occupa questo strumento democratico.

La televisione non è cattiva quando parlano Berlusconi o Emilio Fede, e buona quando trasmette la Champions. La televisione è uno strumento neutro, che può essere di crescita.
E se spesso dietro le telecamere ci sono dei ruffiani che se ne servono per plagiare l’”opinione pubblica” la colpa non è della televisione, e nemmeno dei ruffiani che se ne servono.
La colpa è di chi lascia loro in mano la telecamera, a partire da chi lavora “andando in onda”, continuando a prostituirsi intellettualmente come uno zerbino al politicante di turno.
Giornalista è una bella parola.
Ci sono giornalisti morti per garantire il diritto a essere informati correttamente.
E se oggi tanti scribacchini offendono la professione, essere giornalista secondo me è qualcosa di cui ci si dovrebbe vantare, comportandosi da giornalisti e non da reggimicrofono o da ufficio stampa di chi governa.

Io ho una regola di vita: prima di tutto lavo i panni sporchi di casa mia. A partire da me stesso, senza farmi sconti o assolvermi con leggerezza.
Quando penso, quando parlo, anche sul lavoro, evito sempre di parlare per convenienza o per opportunismo, anche se la proposta può essere a mio svantaggio, ma a vantaggio dei più.

E ora rivolgo lo sguardo ai Sindacati, ai Partiti di Opposizione. In una libera democrazia il mal governo è frutto della mal opposizione. Altrimenti non durerebbe.

In democrazia io, personalmente, me ne frego di quanto facciano schifo quelli dell’altro schieramento. Mi preoccupo di quanto facciamo schifo “i miei”.
Di solito intorno ai quadri politici di partito esiste una abbastanza sana base di militanti.
Quando al politico di turno, in ogni sezione di partito, verrà impedito di aprir bocca, gli sarà vietato di iniziare a parlare, di offendere e prendere per il culo la gente per l’ennesima volta, quando senza violenza, ma con decisione, verrà tratto giù dal palco (fisicamente!) e qualcun altro, una voce nuova, parlerà al suo posto e dirà cosa pensa, allora forse ci sarà qualcosa di nuovo che sorge all’orizzonte.
E questo dovrebbe valere per ogni categoria sociale, per ogni confronto quotidiano. Dove il meglio scalza il peggio.
Perché il tessuto sociale si rinnova all’interno delle cellule del tessuto sociale. La parola cellula è stata per troppo tempo imbrattata dall’aggettivo “eversiva”.
Devono essere persone che capillarmente cambiano la società, in ogni dinamica di relazione quotidiana, dal chiedere la ricevuta al ristorante al saper esprimere il proprio pensiero in ogni relazione quotidiana, e quant’altro.

Bisogna avere la determinazione, gradualmente, di far terra bruciata nei rapporti umani di ogni giorno a ogni individuo che non si ritiene degno.
Non di rappresentarci, ma anche solo di relazionarsi a noi.
Fare terra bruciata intorno a un'automobile, mandando un sicario ad appiccare il fuoco, è molto più facile e sbrigativo, ma non incide nel tessuto sociale.

Ho ricevuto una frase in chat in questi giorni da una persona che conosco. La frase, riferita ai BB, pressappoco era: “peccato che ‘almeno’ non abbiano sfondato la testa a Berlusconi”.
Peccato e avvilente, penso io, che chi spera che i BB portino avanti “istanze sociali” (sono ironico) per conto terzi, incitandoli a spaccare teste, magari non si espone a schiacciare i piedi al capo ufficio sul posto di lavoro.
E magari nemmeno io lo faccio, ma se non ho il coraggio di schiacciare un piede in prima persona, cosa mi dà il diritto di incitare altri a spaccare teste?!

Mi fanno un po’ tristezza quelli che nel loro orticello quotidiano non si espongono a rischiare nulla, però fanno i coraggiosi con le spranghe altrui, rimproverando ai BB di non aver saputo sfondare la testa al Presidente del Consiglio.
Come dire, passi per la violenza e le auto incendiate, ma se “almeno” avessero dato un senso alla cosa…

È di queste ore l’uccisione e l’esposizione del corpo martoriato di Gheddafi.
Lì è “corretto” quanto accaduto perché stanno abbattendo un regime.
Io non plaudo all’uccisione della Repubblica Italiana nel momento in cui esponessero il corpo martoriato di Berlusconi.

Altro contributo (io butto lì, poi pian piano sviscero tutto, tranquilli).
“Se condannate la scelta del bersaglio ma applaudite al metodo allora mi sorge una domanda ancora: perché non andate anche voi a sprangare ma questa volta i politici della casta? Perché aspettare comodi e in poltrona che altri manganellino quello giusto insultandolo se prende il bersaglio sbagliato?
Datevi questa risposta perché vi dirà molto su voi stessi, si può essere contrari o favorevoli ma stare seduti e sperare che chi distrugge cambi obiettivo è pura vigliaccheria.
Mi ricorda tanto il famoso: " vai in manifestazione? se vai tu vengo anch'io, altrimenti entro a scuola ".
Andare o non andare è una questione di idee non di compagnie.”

Vi cito tre nomi: Gandhi, Mandela e Biko.
Sono state individualità che non hanno aspettato di avere l’adesione dei compagni di classe per rifiutarsi di bigiare. Hanno preso e hanno sfondato i picchetti dei regimi, perché ritenevano un loro diritto la lezione di Educazione Civica.

Rispetto a chi accetta tranquillamente il “contesto dei BB” basta che “almeno” spacchino le teste a quelli giusti, standosene tranquillamente in poltrona a guardarsi gli scontri in diretta tv (che ormai le repliche di Steven Seagal non le si regge più), io i BB li giudico “coraggiosi” e invece “codardi e ipocriti” i "salottieri”.

Nella vita bisognerebbe ridare senso alla parola “individuo” che compie delle scelte secondo la propria coscienza, senza delegare ad altri di rappresentare il proprio cervello o i propri bicipiti.
E senza aspettare – e riporto l’espressione di Anonimo – che la massa del grande Uno offra al piccolo uno l’opportunismo per schierarsi, a tempo debito, con l’Uno vincente.

Sennò si è degli omertosi.

Io non sono un manesco, non ho mai fatto a botte con qualcuno, e questo non è un vanto, è soltanto una constatazione. Magari, alla prova dei fatti, avrò questo limite, e ne pagherò le conseguenze.
Ma credo che la violenza vada bene soltanto in uno stato di anarchia e di dittatura.
In una Repubblica costituzionale la violenza può solo mirare a ledere le istituzioni, la repubblica stessa. Va osteggiata e punita.

Se invece si usa la parola violenza intendendo “uso della forza”, anche come contrapposizione fisica, come ultima istanza, IN RISPOSTA a una precedente violenza dell'altra parte, per far valere le proprie ragioni, quando perennemente inascoltate, allora è un altro discorso.

Non ho mai fatto a legnate, ma non mi permetto di ergermi a giudice di manifestanti che, costretti dalle circostanze, si ritrovano ridotti all’esasperazione dell’ingaggio della rissa, anche con le forze dell’ordine.
Non ho alcun diritto di pronunciarmi su “cordoni di compagni tutti armati di manico di piccone ed a volto coperto”.
Può anche servire coprirsi il volto, non fosse altro che per proteggersi dai lacrimogeni.
Sia chiaro: è già un fallimento di una democrazia rappresentata in Parlamento, ma è una deriva comprensibile.
Se ci sarà d'arrivare allo scontro fisico, magari sarò io il codardo e altri quelli degni ai quali dare del lei.

Quello che è accaduto sabato io non lo comprendo e non lo giustifico.
E non giustifico nemmeno chi giustifica certi individui.
A meno che non siano in grado di spiegarmelo, il loro punto di vista.

L’intervista del black bloc su Repubblica sarebbe da lacrime e commozione se fosse stata data da un membro dei Gruppi d'Azione Partigiana - Esercito Popolare di Liberazione (GAP-EPL), nell’Italia fascista. O da qualunque guerrigliero in guerra contro forze impari e immani di un regime dittatoriale.

Ma chi vuole tutelare l’Italia dal Fascismo non può scagliarsi con la violenza di piazza contro quelle Istituzioni che gli Antifascisti DOC ci lasciarono in eredità.

Per me chi si prepara alla guerra contro delle istituzioni democratiche è un delinquente eversivo, oppure un semplice demente, che lancia estintori per spegnere un incendio.

Altre frasi lette:
“Anarco-insurrezionalisti: non esistono, è una definizione di comodo che il Ministero dell'Interno tira sempre fuori in occasioni di questo tipo, molto utile per far proclami a vuoto e non fare nulla di concreto.”

“non sembra si tratti di quattro coglioncelli improvvisati e ripensando a quello che ho visto sabato, ho motivo di credere che ci sia un piano dietro.”

“Secondo me se avessero guardato bene i tifosi più esagitati del derby ne avrebbero riconosciuti parecchi di quei vandali protagonisti dello scempio.”

“considerami una paranoica che vede complotti dappertutto, ma credo che ci fosse una zampa di casapound ed altri soliti”

Fare lo sforzo di attenersi al contesto, permette di semplificare e chiarire, una volta stabilito il contesto.
A me non interessa sapere da dove provengano i BB.
Io in una Repubblica Costituzionale vedo individui col volto coperto che niente hanno da spartire con operai, lavoratori, sindacati, che protestano e all’occorrenza, nei momenti di massima esasperazione, arrivano allo scontro fisico con le forze dell’ordine.

Ho sentito definire i BB “gli insorti”.
E ho replicato che nei BB io non vedo né alba né tramonto, non vedo alcuna coordinata sociale.
Vedo soltanto rabbia, violenza e premeditazione alla violenza fine a se stessa.

Voi come li definite degli individui che si uniscono a una manifestazione pacifica con il premeditato scopo di assaltare con atti vandalici degli obiettivi “simbolici”, dando fuoco ad automobili e distruggendo vetrine?
Gente che arriva già bardata per cercare lo scontro fisico, e quando lo scontro fisico è il fine e non l’inevitabile conseguenza, non è più prova di forza, ma atto di violenza.

Se non sono improvvisati, ma sono persone preparate e addestrate, allora non è più criminalità.
Va chiamata “criminalità organizzata”.

“Del resto, le nostre istituzioni stanno perdendo sempre più concretezza, esistono solo più sulla carta: se non sono in grado di difendere i cittadini (non solo dalla violenza, sia chiaro) perché i cittadini dovrebbero difenderle? Poi non so, magari si trova una nuova forma di lotta efficace e pacifica, il fatto che questo movimento sia diffuso un po' dappertutto potrebbe fare la differenza.”

L’aids e la mafia sono fenomeni internazionali. Questo non li rende patrimonio dell’Unesco, ma una piaga sociale diffusa a livello internazionale.
Evidentemente questo sono i BB.
Il significato che si può dar loro è quello di un “sintomo” che rende ancora più evidente la malattia delle Istituzioni, non soltanto in Italia, ma anche altrove.
Ma non siamo nel medioevo quando si curava la gente dandola in pasto alle sanguisughe.

Quello delle Istituzioni come un qualcosa di “estraneo” ai cittadini è un ritornello dal quale dovremmo uscire. Del quale io ho il vomito.

Gli edifici istituzionali sono luoghi vuoti e privi di significato senza le persone che li abitano.
Parole come Parlamento, Capo dello Stato, Presidente del Consiglio, Ministro della Repubblica, per un Antifascista hanno sempre un valore positivo. Sono le persone ad avvilire certe cariche e certi Palazzi.

Le “Istituzioni” non sono delle entità aliene giunte dallo spazio (a meno che i Visitors non siano realtà), sono fatte da uomini e donne in carne e ossa, messi lì da noi, con il nostro libero voto.
Mai, per definizione tecnica, un’Istituzione può “estraniarsi” dal popolo, perché senza l’elettorato non esisterebbero individui eletti a dar vita alle Istituzioni.
Può invece accadere che i cittadini si estranino dalle Istituzioni, quando si riducono a dare carta bianca alle Istituzioni, fregandosene anziché pretendere che svolgano il compito assegnato.
Perché in una repubblica democratica le Istituzioni sono serve del popolo e non viceversa.

“questo alla lunga farà "indignare" ancora più persone, chi contro lo stato, chi contro i violenti. Il risultato potrebbe essere un allargamento della base.”

La base, a mio parere, non deve aspettare la violenza di piazza per prendere coscienza di sé e smettere di comportarsi da gregge passivo: ben pasciuto in cambio di indifferenza e una croce a caso nell'urna.

Cosa sono i BB? Chi me lo sa dire?
Non sono degli insorti, non hanno un programma che non sia di pura destabilizzazione.
Non sono gli interpreti di un disagio sociale, sono l’ultimo e più grave sintomo delle condizioni gravi nelle quali versa lo Stato Italiano.

Ovvio che, se si ragiona pensando che piuttosto del nulla e della stasi, meglio il peggio, allora i BB vanno benissimo.

Ripeto: dentro una democrazia costituzionale, i BB sono un palese elemento pericoloso di attacco alle istituzioni, e nulla hanno da spartire con le manifestazioni operaie o sindacali, anche le più “violente”.
I lavoratori che protestano non hanno come primo obiettivo di girare con le spranghe distruggendo e incendiando, con la mappa delle vetrine da sfondare già predisposta il giorno prima.

Dico qualcosa sulle Forze dell'Ordine.
Io sono una persona che odia dare e ricevere ordini.
Sono per la disciplina, non per l'obbedienza, due concetti ben diversi.
Le forze dell’ordine sono il braccio armato del potere.
È, come mi piace ricordare, anche questa una definizione tecnica.
Non c’è niente di spaventoso nella definizione. Le forze dell’ordine questo sono.
Impongono il rispetto di leggi decise da un Potere che le presiede.
Agiscono come viene loro ordinato, e torniamo sempre allo stesso punto: chi dà loro gli ordini è qualcuno che è stato liberamente scelto dall'elettorato.

Sarebbe ora di fare chiarezza e finirla con le ambiguità di una Sinistra che vuole definirsi di governo.
Se le forze dell’ordine sono sempre e comunque da attaccare perché sono il nemico, allora la Sinistra farà sempre e solo opposizione. Basta mettersi d’accordo.
Che all’interno delle nostre forze dell’ordine persistano germi fascisti è palese, lo dicono le cronache, quando le cronache riescono a emergere da certe caserme.
E certi germi vanno estirpati.

Ma nel Cile di Pinochet i Carabineros andavano combattuti, con la guerriglia, il passamontagna e la lotta armata.
Nella Repubblica Italiana Polizia e Carabinieri sono il braccio armato a tutela delle Istituzioni.
E non si cambiano le Istituzioni partendo dal presupposto che, sempre e comunque, le forze dell’ordine vanno aggredite, anche con imboscate organizzate.

Prendono gli ordini che i nostri eletti impartiscono loro

Chi equipara polizia e carabinieri alle pattuglie nazifasciste, evidentemente non ha mai creduto un sol giorno che sia valso qualcosa dare la vita per l’Italia di oggi.

Ecco, per me in uno Stato di Diritto la drammatica realtà è che siamo governati da chi ci meritiamo.
Sono lì e ci restano perché ce li abbiamo messi noi.

Adesso arriveranno delle leggi magari restrittive dei diritti di manifestare pubblicamente.
Io sto al contesto, cerco di stare ai fatti.
Non conta se a me piaccia o meno l’agire del Governo.
So che è l’inevitabile e logica e addirittura legittima conseguenza a ciò che di illegale è accaduto.
E che parte dell’opinione pubblica ha giustificato e magari caldeggia che accada nuovamente.

Abbiamo consegnato su un vassoio d’argento, a dei governanti vergognosi, il diritto di imporre provvedimenti restrittivi.
I BB hanno messo tutti noi in una posizione di inferiorità, perché il primo atto di violenza è partito da qua, e ora sono autorizzati a reagire.
La prima vittima di quanto accaduto si chiama manifestazione della FIOM.

In questo modo ci si mette di fatto dalla parte del torto rispetto a chi, "a torto" abusa delle Istituzioni.
La Casta viene messa nella parossistica condizione di poter usare legittimamente la forza contro le giuste istanze di chi ha la nausea della Casta stessa.

Il paradosso è che sono proprio le persone più attive socialmente a condannare i BB.
Questo commento è di una mia amica, della quale magari ho differenti visioni su come si debba intervenire, ma certamente non se ne frega della vita sociale e politica del paese, con quotidiano impegno.
“ho sempre trovato i terroristi degli anni '70 e anche i seguenti i più vigliacchi in assoluto. Sparare alle spalle a un uomo in bicicletta assolutamente inerme cos'è un atto di coraggio?”
E la stessa opinione ha dei BB.

Ognuno dovrebbe assumersi le proprie responsabilità, anche senza bisogno di marciare su Roma o incitando altri perché lo facciano.
Le aggressioni violente e organizzate alle Istituzioni democratiche conducono al fascismo, non al rinnovo della democrazia.

La propria Porta Pia nella quale fare breccia, volendo, la troviamo nella vita di ogni giorno.
Senza bisogno di fare il tifo per delinquenti che vanno in trasferta a Roma a distruggere una città.


E riprendo l’immagine usata sopra su chi sta seduto in poltrona a criticare.

Se io guardo una partita alla televisione senza andare allo stadio, non ho bisogno di fare il “militante” seduto sulle gradinate di San Siro, per affermare che nelle Curve, in mezzo al tifo organizzato, si celano dei delinquenti per i quali la partita di calcio è un pretesto per scatenare violenza e sprangate, ad altri delinquenti e anche alle forze dell’ordine.

Io rimando al mittente la considerazione che chi sta seduto su una poltrona non possa giudicare i BB.
Chi va allo stadio cavalcioni a una ringhiera e lancia motorini dagli spalti, è un estraneo al contesto “manifestazione sportiva”.
Sono più sportivo io anche se non seguissi il calcio. E dai ras delle curve non prendo lezioni di sportività o di attaccamento alla squadra.

Chi va a un corteo premeditando la distruzione di beni privati e pubblici, non come possibili danni collaterali di qualsiasi scontro di piazza, ma come obiettivo primario e dichiarato, nel contesto di una Repubblica costituzionale è un elemento più estraneo alle vie della Capitale, anche se vi sta in carne e ossa, di quanto lo sono io, anche se sto seduto in panciolle a 600 chilometri di distanza.

E io dai delinquenti non prendo lezioni di Senso delle Istituzioni.
Lo dico a un BB, come lo dico a Berlusconi.

E questo posso dirlo – si badi bene - perché io non li giustifico a priori. Li rifiuto totalmente e comunque.
E non me li faccio andare bene all’occorrenza, che se spaccano la testa a Berlusconi sono dei paladini della giustizia mentre se incendiano la mia auto sono dei vandali da denunciare.

Penso sia "vagamente" chiaro cosa penso dei BB.

Adesso, però, facciamo l’esperimento di provare a calarci nel contesto – che non è il mio - di una Società che reputa i BB una presenza positiva.
Mi piace il confronto.

“Mille volte meglio un fascista convinto e orgoglioso d'esserlo che una persona che attende in silenzio che il fascismo prenda il potere per poi schierarsi col più forte.”

Sono d’accordo.
Proprio perché schifo il fascismo.
Intanto, se si parte dalla premessa di accettare la passività sociale, l’instaurarsi di un regime è solo questione di tempo, qualunque nome o colore assuma.
Il problema, prima lo si affronta prima lo si risolve: appendendolo a testa in giù.

“Ma a te non farebbe piacere in fondo in fondo che i BB massacrino di botte il Ministro Brunetta?”
Se devo accettare i BB, se devo scegliere da un male all’altro, a me va bene, nel senso che mi è quasi indifferente. Che si scannino tra loro, almeno ripristiniamo la legge del più forte.
L’uomo nero con la clava uccide l’ometto stronzo.

Allora perché non sognare in grande: una bella mattanza dentro il Parlamento: tutti morti.
E dopo? Ci governano i BB? Penso proprio di sì.
Cosa vi  fa supporre che sessanta milioni di individui che non sono stati in grado di spodestare qualche centinaio di Cicchitti e Gasparri, poi invece saranno in grado di richiamare a cuccia qualche migliaio di pittbull?

Però, sempre nel “magnifico” mondo dei BB, io avanzerei almeno la proposta, che invece di pestare Brunetta, andassero a picchiare chi permette a Brunetta di stare lì.

E, sempre per un fatto di coerenza tecnica, - PERCHE’ SI PUO’ ACCETTARE UN CONTESTO NON CONDIVISO MA LA COERENZA DEVE ESSERCI COMUNQUE, ANCHE NEL NUOVO SCENARIO – si prende di mira il maggiore partito di opposizione, che da anni e anni non fa opposizione, ma tira a campare insieme agli altri, fottendosene e fottendoci.
Nell’Italia dei BB, voglio veder menare Bersani e Penati, Fassino e così via.

E finito di menare tutti i militanti dell’opposizione, vorrei che i BB cominciassero a pestare a sangue, a uno a uno, tutti i cittadini italiani, grazie ai quali un'oligarchia di ruffiani spadroneggia liberamente con le nostre Istituzioni.

Ma proprio pestaggio random. Robe del tipo: “Domattina scendiamo alla fermata di Cadorna, saliamo su un vagone della linea rossa e li prendiamo tutti a sprangate".
La stessa scena alla quale assistetti anni fa, andando a San Siro, allorché i “tifosi esagitati in trasferta” della Fiorentina salirono sul vagone adiacente al mio e malmenarono dei normalissimi tifosi che stavano andando allo stadio. Mi vidi la scena attraverso il vetro, e per puro caso io ero nel vagone a fianco.

Solo alla fine si va a menare Brunetta. Mi sta bene se lo menano comunque, ma vorrei veder partire “il vento degli insorti” a suon di sprangate, dal basso, dalla “base”, giusto per attivarla e svegliarla fuori.

“Io non so chi siano esattamente i black bloc e se hanno un piano finale oltre quello di distruggere la città, so solo che se lo avessero e ci liberassero per sempre dall'abominio in cui si è arrivati...beh non nascondo che tiferei per loro.
Se si riflette un po' più a fondo sulla storia, è difficile trovare casi in cui i conflitti si siano risolti in maniera pacifica.”

Se si riflette un po’ più a fondo sulla storia, si scopre che i conflitti si risolvono con la violenza solo quando da una forma di governo si passa all’altra. Essendo noi in una democrazia costituzionale, in effetti mi viene da pensare che anche dal Cile di Salvador Allende si passò alla dittatura militare di Pinochet attraverso “conflitti” tutt’altro che pacifici (leggasi attacco al Palazzo de La Moneda e morte in combattimento del presidente democraticamente eletto).

Non lo so nemmeno io chi sono i BB.
E mi piacerebbe tanto leggerlo un loro “programma politico”
E vorrei sapere quale parte sociale rappresentano se non loro stessi e il vero tumore della nostra società, ovvero quelle “pecore belanti” che sanno solo augurarsi che altri si sporchino le mani e le coscienze, mentre loro si lasciano docilmente tosare, senza mai nemmeno bestemmiare!

Nell’abominio nel quale siamo arrivati, non ci hanno portato bendati sui treni merce come gli ebrei.
In questo abominio istituzionale ci siamo arrivati sulle nostre gambe, passo dopo passo, quotidianamente derisi dall’abominevole Casta, ed è bene che chi non ha rispetto di se stesso non possa aspettarsi il rispetto dagli altri.
“Purtroppo io non credo più che le istituzioni siano qualcosa da rispettare a tutti i costi, non intravedo più il LORO di rispetto verso i cittadini.
E non lo intravedo perché NON C'E'!”
Il rispetto non è dovuto per diritto divino, il rispetto va preteso, rifiutandosi di subire, per via democratica e partecipazione civile.

E, sia ben chiaro per tutto le affermazioni fatte, che io predico bene, dopo non so se razzolo pure, e bene.
Ma per razzolare bene bisogna prima predicare bene e prima ancora pensare bene.
L'opposto del "predicare bene e razzolare male" non è "predicare male e razzolare bene" (è tecnicamente impossibile).
L'opposto si chiama "predicare bene e razzolare bene".
Se io mi fermerò a metà strada, chi proseguirà potrà disprezzarmi, schernirmi, se io non darò battaglia insieme a loro, anche randellarmi se la via è quella dei BB e io non andrò a sprangare insieme a loro.
Ma prima bisogna predicare bene nella direzione giusta.
Ragionare accazzo e agire accazzo non rende una persona migliore di chi magari ragiona bene e non agisce.
Forse io sono uno stronzo che si fa i fatti propri e non partecipa a iniziative sociali.
Ma migliore di me è solo chi vi partecipa. Non chi spranga e incendia.

Qualunque sia il piano finale, se contempla la distruzione di una città, allora i BB io li chiamo codardi, poiché non sanno puntare direttamente all’obiettivo.

Io sono contrario allo stupro di una donna in una società civile.
Ma ammettiamo per un attimo che lo stupro “possa compiersi”.
Se tu ti metti il passamontagna e violenti una donna, facciamo anche figa, in un vicolo, sei un delinquente. Punto.
Ma se tu ti metti un passamontagna e davanti a una bella donna da violentare in un vicolo, dopo averla tramortita, infili l'uccello in una fessura nel muro, oltre che un delinquente, sei un malato di mente.

Nell’ottica di chi “tiferebbe” e quindi “giustificherebbe” l’esistenza dei BB, un BB, che vuole stuprare le Istituzioni, ma si pone come obiettivo di farsi le seghe davanti a una vetrina o un’auto, per poi sfondarla o incendiarla, oltre che un delinquente è uno squilibrato mentale.
E un “codardo programmatico” che non sa attenersi alla scaletta del “piccolo guerrigliero”.

A chi tifa per i BB, auguro di incontrarli nell’esercizio delle loro funzioni questi fustigatori del malcostume, magari tipo “Arancia Meccanica” o trovandosi dentro un’auto che prende fuoco.

Intanto oggi tocca a te, domani tocca a me, è tutta una roulette russa.

Si sceglie la via della violenza.
Benissimo! Ma senza scorciatoie di comodo.
Gli schifosi che ci governano almeno si sono “dati da fare”, anche più di me, per occuparsi (a modo loro, cioè fraudolento) della Cosa Pubblica. E se loro sono lì, la colpa è più del sottoscritto che si lascia cagare in testa che non della Casta che mi caga in testa tutti i giorni.
E allora se io tifo BB, devo avere la coerenza di invitarli prima a pestare me, e soltanto dopo andare a menare i vari La Russa, Cicchitto, Brunetta, Gasparri, Bossi e via dicendo.

A meno che non mi unisca a loro.
Se si tifa BB, o ci si fa menare dai BB o si va a distruggere e menare insieme a loro.
Troppo comodo limitarsi a tifare stando davanti al televisore.

Altra domanda, che valuto nei due contesti:
"ritenete sbagliato il bersaglio di costoro (i BB, ndr) o il sistema?"

Nella Repubblica Italiana reputo migliorabile il Sistema (ovvero lo Stato) e assolutamente da eliminare (sopprimendoli intellettualmente e non fisicamente) e sostituire chi occupa il Sistema.
Mentre "costoro" seguono gli eventi dalla tv in sala ricreazione, stando in galera.
Nella visione del mondo che giustifica i BB, ritengo sbagliato il bersaglio. Devono farne ancora di pratica, la borsa di studio ad Atene non è stata sufficiente. Voglio che attacchino il cuore del Sistema (quello che pulsa nel petto della gente (non sto usando una metafora), e non le vetrine o le automobili.
(Ma che schifosa visione del mondo!)
Chi delinque a viso scoperto invece sistematicamente a nostro danno è sempre in bella vista e rappresenta "le istituzioni".

Grazie ai BB il luridume che ci governa si può rifare il trucco.
Ne escono con un alone insperato di rinnovata dignità.

Sono proprio delinquenti a volto scoperto! E questo li metterà sempre in una posizione di vantaggio rispetto ai delinquenti a volto coperto.
Delinquono, ma almeno ci mettono la faccia. Esilarante come assurdità, se non fosse tragica.

Scemi noi, se siamo contenti di avergli offerto e magari continuare a offrirgli questa posizione di vantaggio agli occhi di buona parte dell'opinione pubblica.

Finisco, che francamente mi sono sfilacciato i coglioni e credo voi con me.
Affiancare i Black Bloc, all’interno di una Repubblica Costituzionale, ai valori dell’Antifascismo è una aberrante contraddizione.
Una bestemmia rivolta a chi è morto per garantirci anche il diritto di fottercene e fare i cazzi nostri.
E i Black Bloc farebbero bene a guardarsi alle spalle, perché il nemico piccolo è nel Palazzo, il vero Nemico è nel serbatoio elettorale che è già pronto a votare un Regime.
Perché chi tollera lo schifo causato alle Istituzioni in questi ultimi anni, potrà facilmente tollerare anche una dittatura.
Ciò che più mi irrita dell’operato dei BB, è che la Casta ne trarrà comunque beneficio.
Chi è al Governo avrà motivo per ledere i diritti costituzionali.
E, ancora peggio, “vivendo di rendita” sui BB, un’opposizione di Sinistra ridicola e priva di proposte concrete, quando più avanti nel tempo si leggerà la storia d’Italia, potrà arrogarsi il diritto di affermare: “Vedete? L’opposizione c’era! Guarda che begli scontri in piazza che abbiamo fatto contro il Regime di Berlusconi!”
E questa eventualità mi rende davvero idrofobo.
Perché gli scontri in piazza accadono non per merito, ma per colpa della Sinistra e dell’Opposizione, per colpa di gente che occupa abusivamente la Sinistra più di quanto chi ci governa occupi le Istituzioni.
Perché i Black Bloc agiscono secondo personali scopi, sfruttando un vuoto istituzionale nel tessuto sociale e politico, un vuoto del quale i colpevoli non stanno a Palazzo Chigi.

Oggi in Italia definirsi di sinistra o comunque ritenersi "migliori e alternativi" a Berlusconi&Co. e sentirsi in qualche modo rappresentati da chi fa "opposizione" significa avere una concezione davvero annacquata e confusa del colore rosso.
O di qualunque "colore democratico" che non sia quello delle camicie nere.

Se si accettano i Black Bloc, nella notte delle Istituzioni tutte le bandiere sono nere.

Ma il sangue poi scorre rosso.
Di notte e di giorno.

K.

Questa la lascio fuori dal mio post, perché nel mio post ci sono soltanto parole sterili.
Queste frasi invece hanno bisogno di aria pulita.

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